Adesione alle linee guida per la prevenzione dell’ictus: luci e ombre

Recentemente Diabetes Care ha pubblicato dati abbastanza incoraggianti sull’adesione alle strategie di prevenzione primaria e secondaria dell’ictus tra i soggetti diabetici.

In un’analisi trasversale condotta su adulti con diabete tipo 2 di età uguale o superiore a 45 anni dal 2001-2002 al 2017-2018, la percentuale di partecipanti che modificavano correttamente il loro stile di vita e raggiungevano gli obiettivi terapeutici era in aumento. Il rovescio della medaglia riguardava però i numeri ancora elevati di chi non segue quanto indicato dalle linee guida.

Ad esempio, se da un lato più adulti con diabete tipo 2 e senza storia di ictus assumevano una statina  e smettevano di fumare nel 2017-2018 rispetto al 2001-2002, dall’altro la percentuale di adulti con peso normale si riduceva. I soggetti in prevenzione secondaria per ictus nell’intervallo di tempo dello studio incrementavano esclusivamente la percentuale di quanti assumevano una statina.

Ma quali sono gli obiettivi da raggiungere nella prevenzione dell’ictus? Nello studio in questione si guardava alle raccomandazioni delle Società scientifiche statunitensi. Quindi, HbA1c tra 7 e 8%, pressione arteriosa inferiore a 140/90 mm Hg, BMI inferiore a 25 kg/m2, utilizzo di una statina, terapia con aspirina o clopidogrel per quelli con un rischio di malattia aterosclerotica cardiovascolare superiore al 10%, no al fumo di sigaretta, e la terapia con un ACE inibitore o un bloccante il recettore dell’angiotensina negli ipertesi con o senza albuminuria.

Da: Kuo S, et al. Diabetes Care. 2022;doi:10.2337/dc21-2283

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