Domande e Risposte

Diabete per uno sportivo

Salve, sono uno sportivo, in che modo la condizione di diabete limita l’attività sportiva? Quale tipo di esercizio fisico è più indicato?

La conoscenza della malattia e l’attento controllo quotidiano delle glicemie, anche in relazione alle ore di esercizio fisico, consentono di capire gli effetti dell’attività sportiva sull’equilibrio glicemico e di sviluppare le strategie più appropriate per evitare oscillazioni estreme della glicemia, con la collaborazione dell’equipe medica.

Ovviamente vi sono alcuni sport che possono essere praticati solo se il paziente ha un eccellente controllo glicemico, come roccia e immersioni subacquee, che sono attività dove ovviamente le conseguenze di un’ipoglicemia possono essere davvero gravi.

L’esercizio fisico più adatto è quello che porta a una lieve mancanza di fiato e a un’accelerazione dei battiti cardiaci (ideale è camminare a passo veloce, andare in bicicletta o nuotare). Gli esercizi detti di resistenza vengono effettuati utilizzando pesi NON eccessivi con ripetizioni multiple e sono utili per chi ha limitazioni nei movimenti (ad es. chi soffre di artrite o chi ha invalidità a seguito di un ictus).

Stress e Diabete

Gent.li Dottori, lo stress può influire sul mio controllo glicemico?

Lo stress acuto, fisico o mentale, innalza le concentrazioni di glucosio nel sangue per un breve periodo di tempo in molti pazienti. Anche le condizioni di disagio emotivo più prolungate possono alterare il controllo glicemico; è stato dimostrato che le tecniche di autocontrollo riducono questi effetti e possono portare a una riduzione dell’emoglobina glicata.

Gonfiore dopo iniezione

E’ normale che si formi una bozza subito dopo l’iniezione di insulina?

La zona di gonfiore sottopelle indica che hai iniettato l’insulina appena sotto la cute invece che nel tessuto adiposo. E’ giusto quindi rivedere la tua tecnica di iniezione per essere sicuri che la dose di insulina venga assorbita al meglio e sia efficace nel ridurre i livelli di glicemia. Fallo al più presto con chi ti segue abitualmente. Saluti…

Glicemia alta

Da qualche tempo la glicemia alla mattina al risveglio è molto alta. Cosa devo fare?

Per capire quale meccanismo possa essere alla base di questo problema devi fare qualche controllo in più della glicemia per tre giorni (scegli tu se consecutivi o scelti a caso), secondo questo schema: al momento di coricarti, poi di nuovo intorno alle 3 del mattino, e infine al momento del risveglio. Le variazioni della glicemia in questi tre momenti aiuteranno te e chi ti segue abitualmente a correggere il problema. Anche il monitoraggio continuo della glicemia, disponibile presso molti centri diabetologici, può essere uno strumento utile per valutare cosa succede durante la notte.

Un problema alla pelle

Mi è stata fatta diagnosi di diabete tipo 1 nel 1970. Il mio compenso è ottimo ma ho notato qualcosa che non va sulla pelle delle gambe, che sembra sporca, a chiazze, soprattutto sopra la caviglia. Ogni piccola ferita, anche la più minuscola, crea una zona molto arrossata, che poi guarisce lentamente, lasciandomi una cicatrice scura.

Da quello che descrive le macchie che le compaiono sulle gambe sembrerebbero da dermopatia diabetica. Inizialmente sono piccoli punti rilevati che non danno prurito; poi si appiattiscono e si ricoprono di croste o squame fino a cicatrizzare, lasciando delle macchie brune. Interessano soprattutto la parte anteriore della gamba e si possono riscontrare associate ad altre complicanze della malattia diabetica; non sono specifiche del paziente diabetico ma certamente sono più frequenti nei maschi diabetici con lunga durata di malattia.

Il bendaggio gastrico è un aiuto nel controllo del diabete?

Mia sorella ha 55 anni e le è stato diagnosticato il diabete tipo 2 da 15 anni. Due anni fa ha iniziato la terapia con insulina e, recentemente, le è stato proposto il bendaggio gastrico. Questo intervento chirurgico potrà aiutarla nel controllo del diabete?

Negli ultimi anni la chirurgia dell’obesità, o chirurgia bariatrica, ha suscitato sempre più interesse per i risultati che ottiene, non solo sul controllo del peso, ma anche sul controllo della glicemia.

I tipi di intervento chirurgico sono principalmente due: il bypass gastrico, con diverse procedure per modificare il transito degli alimenti lungo il tratto intestinale, e il bendaggio gastrico regolabile, che consiste in un approccio meno invasivo rispetto al bypass.

Dal 2005 sono stati effettuati più di 200000 interventi di chirurgia bariatrica negli USA; si calcola che ogni anno nel mondo 500000 pazienti vengano sottoposti a questi tipi di interventi.

Deve essere chiaro un concetto: il diabete non viene curato dalla chirurgia ma l’intervento può portare alla remissione della malattia (quindi alla sospensione dei farmaci antidiabetici) in più del 50% dei casi.

Nei pazienti che sono diabetici da molti anni e che fanno uso di insulina le percentuali di remissione sono inferiori.

Per ogni paziente obeso e diabetico – che viene candidato alla chirurgia bariatrica dopo il fallimento degli schemi dietetici, comportamentali e di esercizio fisico – vanno valutati attentamente rischi e benefici dell’intervento, così come vanno stimate le probabilità di miglioramento del controllo metabolico.

E’ vero che chi mangia velocemente ingrassa con facilità?

Ho letto su un quotidiano che masticare lentamente permette di tenere sotto controllo il peso. E’ vero ? Lo chiedo perché sono sempre in lotta con la bilancia e da qualche mese ancora di più, perché il mio medico mi ha detto che ho il diabete.

Ebbene sì ed è stato dimostrato anche scientificamente, dando così ragione a milioni di genitori, che a tavola rimproverano i figli perché mangiano in fretta, masticando poco o niente.

La velocità con la quale si mangia condiziona la quantità di cibo che si ingerisce e – di conseguenza – le calorie introdotte ad ogni pasto. Un esempio arriva da uno studio recente, che ha dimostrato che chi masticava lentamente consumava 57 grammi di cibo al minuto, contro gli 88 al minuto di chi si dimostrava vorace.

La lentezza nel consumare i cibi è anche legata a doppio filo alla sazietà, perché chi mastica lentamente innesca una maggiore produzione e una migliore attività di alcuni ormoni implicati nel processo digestivo, che hanno tra le loro funzioni anche quella di controllare il senso di fame.

Sto sbagliando qualcosa con la dieta?

Volevo sapere cosa c’è di sbagliato nel sostituire un pasto completo con la frutta. L’ho fatto per un po’ di settimane con pessimi risultati: le glicemie sono lentamente risalite e con loro il mio peso.

L’alimentazione quotidiana deve essere equilibrata e non solo costituita da carboidrati, come avviene consumando la frutta. Oltretutto, se molte volte durante la settimana la quantità di frutta è eccessiva, il peso aumenta progressivamente. Tutto ciò porta a un controllo più difficile della glicemia. L’ideale sarebbe consumare frutta due-tre volte al giorno lontano dai pasti, come spuntino, limitando l’assunzione di banane, fichi, uva e cachi, che sono più zuccherini rispetto agli altri tipi di frutta. Per convincerti, facciamo un esempio: se ogni giorno tu mangiassi tre mele, tre pere e due banane, le calorie consumate (solo con la frutta) sarebbero 800 e tutte provenienti dagli zuccheri (puoi fare due conti anche tu utilizzando il sito calorie.it).

Non capisco i nuovi valori di Hb glicata

Ho ritirato i risultati dell’Hb glicata e non capisco come interpretare il valore, perché il foglio del laboratorio riporta 48 mmol/mol. Cosa significa?

In seguito alla standardizzazione internazionale della misura dell’emoglobina glicata (HbA1c), il laboratorio ha provveduto a modificare le modalità di refertazione, passando da un risultato espresso come perecentuale a una determinazione quantitativa, dove l’unità di misura adottata è “mmol/mol”.

Dal gennaio 2010 per due anni i risultati dell’HbA1c erano espressi sia in % sia in mmol/mol per aiutare a prendere confidenza con il nuovo metodo; dal gennaio 2012 il risultato della HbA1c può essere refertato solo in mmol/mol.

Per l’importanza del valore di HbA1c, che esprime la glicemia media dei due-tre mesi precedenti il prelievo, è importante abituarsi ai nuovi numeri.

Di seguito è riportata una tabella dove sono a confronto le vecchie unità di misura (%) con le nuove unità di misura (mmol/mol):

HbA1c (%)

HBA1c (mmol/mol)

4,0 20
5,0 31
6,0 42
6,5 48
7,0 53
7,5 59
8,0 64
9,0 75
10,0 86

Costi delle strisce reattive per il controllo della glicemia

perché c’è una limitazione nella fornitura gratuita delle strisce reattive da parte dell’ASL?

La striscia reattiva che ci permette in pochi secondi di sapere il valore della glicemia non è un banale pezzo di plastica ma un mini-laboratorio, dove una tecnologia all’avanguardia permette di ottenere risultati sempre più precisi. Il suo prezzo deriva dall’uso di materiali sofisticati e dai costi della ricerca e dei processi di controllo e verifica all’interno della ditta produttrice. In Italia le ASL forniscono gratuitamente a tutti i pazienti con diabete le strisce reattive insieme alle microlancette, per poter effettuare a casa il controllo della glicemia. In considerazione dei costi di questo materiale, ogni paziente deve presentare ogni anno alla propria ASL un modulo compilato dal diabetologo o dal medico di medicina generale per ottenere la fornitura gratuita. La quantità può andare da un minimo di 25 strisce e microlancette al mese per chi è in terapia con farmaci per via orale a un massimo di 175 strisce e microlancette al mese per chi utilizza il microinfusore. Ovviamente, per condizioni che richiedano un fabbisogno superiore a quello autorizzato dall’ASL, è necessario presentare una richiesta di fornitura corredata da una relazione clinica e, in questo caso, la validità dell’autorizzazione è di tre mesi.

Viaggiare in aereo con insulina

Vorrei sapere cosa devo fare per poter salire in aereo con tutto quello che serve per la mia terapia con insulina.

Prima di tutto bisogna mettere in un sacchetto di cellophane la penna con l’insulina e le scorte in modo che – all’apertura della borsa termica -l’ispezione possa avvenire con facilità. Inoltre, occorre portare con sé un certificato medico, meglio se scritto in inglese, che documenti la necessità dei farmaci. In ogni caso, se è necessario portare a bordo medicine, è sempre bene informare il personale della compagnia aerea all’atto della prenotazione o al check in, per ottemperare alle norme delle compagnie. Buone vacanze !

Stomaco, intestino e diabete

Si parla spesso di neuropatia diabetica ma, se ho ben capito, anche altri tipi di nervi possono essere danneggiati, portando alla perdita del normale funzionamento di stomaco e intestino. Come ci si accorge?

Hai capito benissimo. Esiste la neuropatia autonomica diabetica, che coinvolge il sistema nervoso autonomo, deputato tra l’altro al controllo delle funzioni gastrointestinali. Il danno delle fibre nervose può portare a disturbi della motilità, fino ad arrivare alla gastroparesi e all’enteropatia diabetica. Nel primo caso si ha un ritardo nello svuotamento gastrico con nausea, vomito, facile senso di sazietà e difficoltà nel controllo glicemico per discordanza tra i tempi di assorbimento del cibo e i tempi d’azione dell’insulina. Nel secondo caso si ha spesso diarrea acquosa, anche durante il riposo notturno, magari associata a incontinenza fecale.

Esame TAC e terapia con metformina

A settembre dovrò fare un esame TAC e sul foglio della prenotazione c’e’ scritto che dovrei sospendere la metformina. Come devo fare e – soprattutto – perché? Grazie!

La metformina andrebbe sospesa possibilmente 24 ore prima e sicuramente 48 ore dopo l’esame TC con mezzo di contrasto, per evitare che un eventuale danno renale da mezzo di contrasto favorisca la comparsa di acidosi lattica per la contemporanea assunzione dell’antidiabetico. La metformina dovrebbe essere ripresa trascorse le 48 ore dall’esame TC e possibilmente dopo che un esame di laboratorio abbia confermato la normalità della funzione renale.

Obiettivi glicemici in ospedale

Recentemente una mia cara amica è stata ricoverata per un intervento in ospedale e ha potuto constatare che non correggevano i risultati del suo controllo glicemico se non per valori superiori a 180 mg/dL. perché?

Durante il ricovero in ospedale gli obiettivi glicemici possono essere diversi da quelli che si inseguono al proprio domicilio. In pazienti critici vengono accettati valori compresi tra 140 e 180 mg/dL per ridurre il rischio di ipoglicemia, che sembrerebbe correlarsi a una mortalità più elevata non solo per eventi cardiovascolari. Ti invito a leggere la news di oggi, che riporta appunto i dati più recenti su questo argomento.

Nella cura del diabete è fondamentale prevenire la nefropatia, che si verifica nel 20-40 % dei casi e che è la prima causa di insufficienza renale. Il riscontro di concentrazioni minime di albumina nelle urine (meglio nota come microalbuminuria) indica lo stadio più precoce della nefropatia diabetica e impone di mettere in atto tutte le misure necessarie per evitare ulteriori danni renali.

perché un farmaco per la pressione dovrebbe aiutare chi ha il diabete?

Mio nipote è affetto da diabete tipo 1. Il suo diabetologo gli ha prescritto di recente Lisinopril, spiegandogli che è un farmaco per il controllo della pressione arteriosa che lo aiuterà a proteggere la funzione renale. Potremmo avere qualche spiegazione in più?

Lisinopril fa parte di una classe di farmaci definiti inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori), che sono in grado di ritardare la progressione della nefropatia diabetica, anche in quelle persone con positività per la microalbuminuria ma con livelli normali di pressione arteriosa.

Elettrostimolazioni per la neuropatia diabetica?

Per il controllo del dolore alle gambe mi hanno proposto di fare delle sedute di elettrostimolazioni. Ho qualche dubbio sulla loro utilità. Mi potete aiutare?

Ti invito a leggere la notizia pubblicata qui. Spero possa esserti utile!

Controllo delle glicemie post-prandiali

Sono in terapia insulinica. Volevo sapere che livelli di glicemia dovrei avere dopo i pasti. Se i valori del glucosio fossero più di quanto dovrei avere, sarebbe da fare un’altra iniezione di insulina?

I valori della glicemia dopo i pasti devono essere generalmente inferiori a 180 mg/dL. Questo risultato è la combinazione di diversi fattori, primi fra tutti la composizione del pasto, le concentrazioni di insulina in circolo, il livello di attività fisica e la funzione digestiva. La correzione di elevati livelli di glicemia dopo il pasto con un’iniezione ulteriore di un analogo rapido dell’insulina ti metterebbe a rischio di ipoglicemia. Infatti, il picco di attività insulinica sarebbe a 45-75 minuti e la durata d’azione 2-4 ore, con il risultato di avere una netta discrepanza tra livelli di glucosio e di insulina nel sangue, a favore di quest’ultima. Ti consiglio comunque di discutere con il tuo medico di riferimento gli obiettivi glicemici più adatti al tuo caso.

Emoglobina glicata, (HbA1c): un aiuto in più nella gestione del diabete

Dal momento che l'[b]emoglobina glicata (HbA1c)[/b] riflette la glicemia media degli ultimi due-tre mesi ed ha un [b]forte valore predittivo[/b] nei confronti delle complicanze da diabete, la sua determinazione va richiesta [i]sia al momento della diagnosi sia nell’ambito delle valutazioni periodiche[/i] necessarie per una gestione ottimale della malattia diabetica.

La frequenza di questo test, che si effettua con un prelievo di sangue, è variabile e può andare da un minimo di due volte all’anno se il controllo glicemico è stabile a un massimo di 4-6 volte all’anno nelle situazioni cliniche più complesse, quando non si raggiungono gli obiettivi glicemici prefissati, nonostante continui aggiustamenti della terapia antidiabetica.

Il test dell’emoglobina glicata è soggetto ad alcune limitazioni.

Tutte quelle condizioni che influenzano il turnover dei globuli rossi [b](emorragie, emolisi)[/b] e la presenza di varianti dell’emoglobina devono essere prese in considerazione, dal momento che il valore dell’emoglobina glicata in queste condizioni non si correla ai valori glicemici medi degli ultimi 2-3 mesi.

Inoltre, il valore dell’emoglobina glicata non permette di valutare la variabilità glicemica e non riflette gli episodi di ipoglicemia.

In queste situazioni diventa ancora più importante il binomio emoglobina glicata/autocontrollo glicemico per riuscire ad avere una valutazione più accurata.

Più recentemente, il test dell’emoglobina glicata è entrato a far parte dei criteri diagnostici del diabete, affiancando i criteri tradizionali. Un valore di HbA1c  6.5% (48 mmol/mol) identifica una condizione di diabete, mentre valori compresi tra 5.7% e 6.4% (tra 39 e 46 mmol/mol) identifica una condizione di prediabete.

polineuropatia diabetica

vorrei sapere se dalla polineuropatia diabetica si guarisce come e in quanto tempo

La neuropatia periferica è la complicanza più frequente del diabete di lunga durata e può portare a complicanze invalidanti, come dolore, ulcerazioni dei piedi e amputazioni. Durante il suo decorso progredisce da alterazioni iniziali funzionali e potenzialmente reversibili a modificazioni strutturali delle strutture nervose spesso irreversibili. L’unico dato certo per il momento è che lo stretto controllo glicemico- quindi la terapia antidiabetica intensiva – è in grado di agire su questi processi, bloccando o rallentando il danno microvascolare.

complicanze della neuropatia

Le complicanze invalidanti di cui parlava, come il dolore, le ulcerazioni dei piedi e le amputazioni,dovute alla neuropatia periferica si verificano anche quando la causa della neuropatia non è il diabete ma ad esempio l’ipotiroidismo o altro?

valore della glicemia prima di cena

Ho bisogno di un consiglio sullo spuntino del pomeriggio. Il problema è che nel pomeriggio ho bisogno di mangiare qualcosa e un semplice yogurt o un frutto spesso non mi basta quindi mi preparo un toast o mezzo panino o un po’ di pizza ma così facendo arrivo prima di cena con una glicemia sui 170-180 è grave? Mi controllo molto nel pasto del pranzo e della cena, infatti misurando la glicemia due ore dopo i pasti i valori sono dai 120 ai 160 (mi sembrano a posto)Cosa mi consiglia? Grazie Silvia

Si possono verificare in tutte le forme di neuropatia distale, indipendentemente dalla causa di fondo, dal momento che vi è un danno che, se da un lato può determinare dolore, dall’altro può ridurre la sensibilità, così che microtraumi continui possono danneggiare i tessuti. Se poi si associa a tutto questo un danno vascolare, come può verificarsi nel diabete, il rischio di ulcerazione è ancora più elevato.

Arrivare prima del pasto con valori glicemici elevati è controproducente, dal momento che l’imminente carico di carboidrati porta a un’ulteriore impennata della glicemia, anche se transitoria. Il consumo di spuntini a maggior contenuto di carboidrati va valutato considerando la terapia antidiabetica in atto e le necessità nutrizionali per ogni singolo caso. Diventa quindi importante la discussione con il proprio curante per arrivare a una decisione condivisa.

Disturbi del sonno e diabete

Vorrei chiedere, può esserci un rapporto particolare tra il sonno e il diabete ??
Mio padre ha un diabete tipo 2 ha 89 anni, un pò di tempo, dorme molto sia di giorno che di notte durante il sonno interagisce con i sogni. Alcune volte per lui sembrano reali.
I farmaci che prende sono: Metformina e Plavix. Grazie Daniela

I rapporti tra qualità del sonno e diabete sono complessi. Un dato su tutti: è ormai noto che alcuni disturbi del sonno possono costituire un fattore di rischio per l’insorgenza del diabete tipo 2. Nel caso in questione l’età di insorgenza di questo disturbo fa pensare a un problema neurologico da valutare insieme al medico di famiglia.

valori giusti della glicemia

Gentile Dottoressa Airaghi, la ringrazio per le sue risposte precedenti molto esaurienti. Mi potrebbe dire quali sono i valori giusti della glicemia che si dovrebbero avere durante la giornata a partire dalla mattina appena svegli e poi nelle ore successive fino al pranzo e poi ancora nelle ore successive fino alla cena e oltre? Grazie ancora per la sua attenzione Silvia

I valori ideali sarebbero:
– prima dei pasti tra 70 e 130 mg/dL
– a due ore dalla fine dei pasti inferiori a 180 mg/dL

Questi obiettivi vanno condivisi con il proprio curante, dal momento che vanno “personalizzati” in rapporto all’età, alla durata del diabete, alle eventuali malattie associate e all’eventuale coesistenza di episodi ipoglicemici non avvertiti.

glicemia alta

non riesco più a capire le spiego lavoro fino alle 23 di sera quando arrivo a casa e mangio la mattina è alta ora sto andando a correre ho corretto l’alimentazione e al mattino ce l’ho 110 -115-105 cosa mi consiglia fare

La glicemia dipende da molti fattori. Anzitutto da quanti zuccheri sono stati ingeriti durante il pasto e dall’efficienza dell’insulina, che li deve immagazzinare. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che le cellule dell’organismo utilizzano il glucosio secondo necessità. I valori riportati sono ottimali, ad eccezione di quello osservato a digiuno di 140 mg/dL. Se si trattasse di un caso isolato, non sarebbe necessario alcun provvedimento ma se si trattasse di un evento frequente, andrebbe discusso con il proprio curante.

Il risultato alla mattina è davvero ottimo. Se non puoi cenare tra le 20 e le 21, è necessario che il pasto sia quasi esclusivamente di proteine e fibre (es. carne o pesce e verdure) poco condite. Ovviamente conviene tenere il primo piatto per mezzogiorno.

io uso herbalife f1 lei che ne dice è buono?

L’uso di integratori o sostituti del pasto andrebbe sempre discusso con il proprio medico, perché potrebbero esserci delle controindicazioni.

bisogno di mangiare

Gentile Dottoressa, ho parlato con il mio diabetologo a proposito della mia necessità di mangiare qualcosa di sostanzioso a metà pomeriggio (perché se non lo faccio mi sento debole e non riesco a fare niente,al contrario se mangio mi sento forte)Lui mi ha risposto che la terapia non la devo modificare e che non devo mangiare e basta.Io però sono in crisi!Mi dà un consiglio?

La fame a metà pomeriggio potrebbe essere correlata a una riduzione dei valori di glicemia; quindi, per prima cosa vanno misurati i livelli di glucosio in occasione di questi episodi. Discuti poi questi risultati con il tuo diabetologo.

dolcificanti

Vorrei assumere del probiotico bianco naturale per aiutare il funzionamento del sistema immunitario. Tale probiotico non contiene zuccheri ma sulla confezione c’è scritto che tra gli ingredienti è presene il sucralosio. Mi sono informata ed ho scoperto che il sucralosio ha un potere dolcificante 400 volte superiore a quello dello zucchero. In effetti la bevanda è molto dolce.Vorrei sapere se per chi ha il diabete questo dolcificante va bene o è da evitare,perché il mio diabetologo mi ha detto che posso assumere solo aspartame ed evitare tutti gli altri dolcificanti ,mentre ho letto che tali docificanti non vengono assorbiti dall’intestino e quindi vanno bene anche per chi è diabetico.

L’utilizzo di sucralosio come dolcificante è stato approvato dopo aver analizzato i risultati di numerosi studi sperimentali e non vi sono controindicazioni al suo consumo per le persone con diabete. La dose massima giornaliera consentita è pari a 9 mg/kg di peso corporeo. La maggior parte del sucralosio ingerito non viene assorbito dall’intestino.

neuropatia diabetica

Mi è stata diagnosticata una neuropatia la cui causa è sconosciuta. Il neurologo è sicuro che sia dovuta al diabete. Il diabetologo invece mi ha assicurato che il diabete non c’entra niente perché è ben compensato, ho una glicata di 5,9 e tutti gli altri valori colesterolo gliceridi ecc. sono nella norma. Resta il fatto che io sto male e non trovo nessun tipo di sollievo. Vorrei sapere se in realtà anche se i valori della glicemia ora sono notevolmente migliorati, gli anni (e chissà quanti) in cui non sapevo di avere il diabete e quindi non l’ho curato potrebbero aver determinato la neuropatia che ora è inguaribile visto che dal diabete non si guarisce. Grazie

La neuropatia diabetica è rara prima di 5 anni dalla comparsa di diabete tipo 1 mentre può essere già presente al momento della diagnosi di diabete tipo 2. Le probabilità di avere questa complicanza aumentano con l’età e con l’insufficiente controllo glicemico. Durante la fase di diagnosi della neuropatia vanno ovviamente escluse altre cause, come l’ipotiroidismo o il deficit di vitamina B12. Una volta confermata la neuropatia diabetica, la prima cosa da fare è migliorare il controllo glicemico, perché è per ora il solo modo per arginare i danni a carico del sistema nervoso periferico. Se è presente dolore, va trattato con farmaci specifici.

Quindi la causa della neuropatia potrebbe essere il diabete anche se sono giovane e nonostante i miei valori della glicemia siano notevolmente migliorati. E se così fosse ,posso solo bloccare e non peggiorare la situazione ma non guarire del tutto. E’ così? Ciò che più mi tormenta sono i continui formicolii ai piedi e le scosse elettriche che provo, e non c’è cura che fin ora mi abbia aiutato ( e da due anni e mezzo che vado avanti così, sarà per sempre?)

Vi sono diversi farmaci per il controllo dei sintomi da neuropatia diabetica e a volte vanno associati tra loro perché hanno meccanismi d’azione differenti. Sicuramente il neurologo saprà seguirti per individuare lo schema terapeutico più efficace.

Sardegna Diabete e Malaria

In un testo dell’AOU di cagliari

http://www.aoucagliari.it/index.php?xsl=7&s=18979&v=2&c=2771

La Sardegna è la regione al mondo, insieme alla Finlandia, che presenta il più alto numero di nuovi casi di diabete di tipo 1. L’insularità e la distanza dalla penisola, ha permesso nei secoli una diversificazione genetica ed alcuni fattori (ad esempio la malaria) hanno, assieme all’isolamento, reso la popolazione sarda un “caso” genetico.

Scusate la curiosità, ma è davvero così? C’è un rapporto diretto tra malaria e diabete?

Potrebbe esserci una relazione in termini di selezione genetica, cioè con il tempo la malaria avrebbe favorito la persistenza di alcuni geni a scapito di altri.

La Sardegna ha un’incidenza di diabete tipo 1 pari a 50 casi annui ogni 100000 abitanti nella fascia di età compresa tra 0 e 30 anni (nel resto d’Italia i nuovi casi annuali registrati si aggirano intorno a 6 per 100000 abitanti). In questa grande isola il lungo isolamento, l’esiguo numero di abitanti, la presenza di antichi insediamenti e la pressione di fattori selettivi come la malaria hanno portato – non è un gioco di parole – alla formazione di un’isola genetica. Tutto questo spiegherebbe l’elevata suscettibilità dei sardi verso patologie genetiche come talassemia e favismo e verso malattie autoimmuni come diabete mellito tipo 1, sclerosi multipla e celiachia.

variabilità glicemica

Non riesco a capire come mai quando la glicemia a volte è molto alta dopo poche ore diventa molto bassa cioè come è possibile che da iperglicemia si passa a ipoglicemia facilmente? I valori alti non dovrebbero mantenere tali o poco meno nell’arco della giornata se non si interviene con i farmaci?

Le escursioni di glicemia – senza che vi sia l’intervento di un farmaco antidiabetico – sono il risultato del continuo bilancio tra livelli di glucosio ematico e livelli di secrezione insulinica. Per spiegarmi meglio facciamo un esempio: in una condizione di sovrappeso o di obesità la secrezione di insulina può essere esagerata e in alcuni momenti risultare eccessiva rispetto ai livelli di glucosio presenti nel sangue, così che il risultato finale è un brusco precipitare dei valori glicemici.

Nel mio caso è diverso perché io non sono né obesa né in sovrappeso.Ma mi capita durante il giorno di avere bisogno di fare degli spuntini e poi devo pranzare o cenare non troppo tardi altrimenti la glicemia scende troppo e stò male. Insomma mangio poco ma spesso e guai se sgarro . Come si spiega tutto questo?

Non ho tutti gli elementi per dare una risposta esauriente e ti consiglio, se non l’hai già fatto, di rivolgerti al tuo medico di fiducia. Quello che descrivi potrebbe far parte della condizione di ipoglicemia reattiva (o post prandiale) ma è necessario raccogliere una storia clinica completa ed eventualmente decidere il test diagnostico più appropriato.

Cosa intende per test diagnostico appropriato? Dovrei fare altri esami per capire cosa?

Innanzitutto va fatta diagnosi di ipoglicemia con tre elementi che sono: i sintomi (palpitazioni, tremori, sudorazione ecc.); la dimostrazione di ipoglicemia con un prelievo venoso; la correzione grazie all’assunzione di zucchero o bevande zuccherate. Se si confermasse l’ipoglicemia, va poi inquadrata clinicamente.

perché potrebbe trattarsi anche di episodi non legati alla ipoglicemia? E a cosa potrebbero essere dovuti questi episodi?

Se un soggetto NON diabetico ha episodi di tremori, sudorazione fredda e senso di fame a 3-4 ore da un pasto e questi sintomi si risolvono assumendo zuccheri, sarebbe opportuno che si rivolga al suo medico di fiducia per avere la conferma che si tratti di episodi di ipoglicemia e valutare l’eventuale necessità di ulteriori esami.

chetoacidosi diabetica fatale

Ragazzo di 19 anni con diabete di tipo 1 – gli viene diagnosticata una infiammazione al nervo ottico e poi sottoposto ad una terapia cortisonica ( 3 boli di Solumedrol )somministrazione un bolo al giorno.

Il secondo giorno alla somministrazione del secondo bolo ha un forte malore e muore per edema cerebrale da chetoacidosi diabetica.

Dopo avervi raccontato in breve la mia esperienza drammatica avrei bisogno del consulto di un esperto diabetologo per sapere se in caso di morte per edema cerebrale da chetoacidosi c’è una risposta immunitaria del corpo. A seguito dell’autopsia dai vetrini del cervello hanno rilevato la presenza di Linfociti T.Secondo voi è possibile?

Grazie in anticipo

L’edema cerebrale è la complicanza più temuta della chetoacidosi diabetica ed è purtroppo caratterizzato da un’elevata mortalità. Nei pazienti sopravvissuti i danni neurologici possono essere anche gravi, con una frequenza compresa tra il 10 e il 25%. Ancora oggi non è stata fatta chiarezza sulle fasi iniziali e sull’evoluzione dell’edema cerebrale ma si sa che probabilmente esistono diversi meccanismi alla base della variazione della permeabilità a livello encefalico. Le ricerche sulla chetoacidosi diabetica hanno messo in evidenza come nell’edema cerebrale vi sia la distruzione della barriera emato-encefalica, con conseguente stravaso di sostanze pro-infiammatorie nel tessuto encefalico, mentre non è noto che vi sia infiltrazione di linfociti T in quella sede. Dai dati disponibili sembra possibile una relazione tra la diagnosi di neurite ottica e il successivo riscontro di linfociti T nel tessuto cerebrale all’esame autoptico. Ulteriori delucidazioni dovrebbero arrivare dallo stesso anatomopatologo e/o dal neurologo che hanno seguito il caso fino al suo epilogo fatale.

esami diabete o intolleranza glucidica

Buongiorno, sono un uomo di 44 anni, godo di un buon livello generale di salute, non fumo, svolgo non di rado attività¡ fisica. Tuttavia, devo registrare da più tempo alcuni sintomi che mi hanno messo in allarme: eccessiva minzione (di giorno, ma anche di notte – minimo una volta), spesso avverto arsura, a volte formicolio alle mani. Vorrei approfondire la questione con un’indagine che scongiuri un’eventuale presenza di diabete o anche di intolleranza glucidica. Quali sono gli esami che mi consigliate di svolgere? Grazie. Cordialità

Mi rivolgerei al medico di medicina generale, che prescriverà alcuni esami per iniziare (glicemia, emoglobina glicata, esame urine).

Salve, mia madre (65 anni) ha scoperto di avere il diabete tipo 1 a seguito di un infarto nel 1998; premetto che mia nonna era morta di diabete. Dal 1998 mia madre fa 4 insuline al giorno più cura con pastiglie. Premetto che è cardiopatica, ipotiroidismo, ipercolesterolemia, diabete tipo 1, sindrome apnee notture, sindrome depressiva in cura, inizio di retinopatia diabetica, carotide dx ostruita al 50%, osteoporosi; prende ben 28 pastiglie al giorno e 4 insuline. Esegue regolarmente esami del sangue, ecografie e visite. Tuttavia i valori di glicemia sono sempre elevati (sui 200/250), e la glicata è al valore di 10,7.

Possibile che assumendo come terapia per il diabete: Glucophage 1000mg (1 cp. dopo colazione), Janumet (1 cp. x 2 dopo pranzo-cena), Glucobay 50 (1 cp. x 2 pranzo-cena)e insuline: Humalog 15 unità a colazione, Insuman rapid 30 unità a pranzo, Humalog 30 unità a cena, Lantus solostar 75 unità dopo cena – i valori siano così alti? Esiste un centro diabetologico in Italia dove mia madre possa fare un check-up completo e magari trovare una cura più appropriata? Al centro di diabetologia dell’asl oltre all’esame del sangue e urine ogni 3 mesi, non hanno mai fatto altro, ed ogni volta senza vedere miglioramenti, continuano ad aumentare pastiglie e unità di insulina. Grazie per l’interessamento.

Dai dati che hai riportato il diabete non è compensato, presenta delle complicanze ed è associato ad altre malattie, che a loro volta possono rendere più difficile il raggiungimento di glicemie ottimali nella maggior parte delle giornate. Il fabbisogno insulinico è elevato, tanto da pensare ad una insulino resistenza importante. Questa osservazione rende obbligatoria una domanda: tua madre è obesa ? Se la risposta è affermativa, sarebbe utile una rivalutazione clinica completa, anche dal punto di vista nutrizionale, in una struttura che collabori anche con un centro di chirurgia bariatrica (per info potresti consultare il sito della società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche all’indirizzo sicob.org).

diabete e fiori di Bach

Gentile Dottore, vorrei sapere se avendo il diabete posso assumere i fiori di Bach che mi sono stati consigliati , per altri motivi, sapendo che questi contengono tra gli ingredienti il brandy . Grazie mille.

Non conosco bene i principi su cui si basa la terapia con i fiori di Bach ma quello che ho sempre saputo (e mi sono ulteriormente documentata) è che l’assunzione giornaliera è di poche gocce e che quindi il contenuto di alcool della soluzione assunto ogni giorno non ha alcun effetto sull’equilibrio glicemico né interferisce con i farmaci antidiabetici.

Tiroide e diabete

Gli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroidea influenzano il metabolismo del glucosio. Quindi, se vi è un eccesso o un difetto di funzionamento della ghiandola, questo si ripercuote in modo negativo sull’andamento delle glicemie.

Metformina e petrdita di peso

Ho 69 anni con diabete 2 rilevato 4 anni fa’. Da temesi tutti i miei valori sono normali cosi’ ho smesso di prendere metformina 500mg (1 cps prima dei pasti). In questo periodo non sto facendo attivita’ fisica e anche se controllo, non strettamente, la dieta non riesco a diminuire di peso. Posso riprendere e puo’ servire per scendere di peso, la metformina?

Indubbiamente il problema di non perdere più peso è strettamente legato alla mancata attività fisica e al fatto di non seguire con attenzione i consigli dietetici. La metformina di per sè può contribuire a una modesta riduzione di peso ma soprattutto è indicata – accanto alla dieta e all’esercizio fisico – al momento della diagnosi di diabete tipo 2 per i suoi effetti metabolici. Riparla con il tuo medico per discutere l’eventuale ripresa del farmaco.

Vaccinazioni e diabete

Avvicinandosi la stagione invernale, volevo sapere se è necessario fare la vaccinazione anti-influenzale e se ci sono altre vaccinazioni utili ? Grazie.

E’ consigliabile la vaccinazione anti-influenzale, da ripetere ogni anno. Inoltre, potrebbe essere utile anche la vaccinazione anti-pneumococcica, da ripetere ogni cinque anni.

Vino e diabete

L’effetto dell’alcool sulla glicemia è molto complesso e passa anche attraverso l’interazione con i farmaci antidiabetici. Vi sono però numerose osservazioni che indicano gli effetti benefici legati all’assunzione di vino rosso con i pasti per le sue proprietà antiossidanti. Il consiglio è quello di consumare mezzo bicchiere di vino al pasto per le donne e un bicchiere per gli uomini, a meno che una storia di abuso di alcolici, la presenza di malattie epatiche e/o pancreatiche, una condizione grave di neuropatia o il riscontro di ipertrigliceridemia ne controindichino l’uso.

Hb glicata: quale valore ?

Ho 84 anni. Ho sempre saputo che la mia Hb glicata non doveva superare il valore del 7%. All’ultima visita il mio medico ha detto che alla mia età l’Hb glicata non deve superare l’8%. Cosa è cambiato ?

E’ cambiata la percezione del rischio di ipoglicemia, che è molto elevato quando si vuole raggiungere un obiettivo glicemico vicinissimo ai valori normali e che diventa pericoloso per chi giovanissimo non è. Ecco perché il livello di Hb glicata da raggiungere va personalizzato in ragione dell’età e delle condizioni generali.

Incontinenza fecale legata al diabete

Buongiorno a tutti, mi chiamo Saverio e abito in provincia di Lodi. Mia moglie soffre di diabete di tipo I e sostanzialmente ha sempre condotto una vita “normale”, pur con tutti i limiti di questa malattia. Da qualche tempo a questa parte però ha iniziato a soffrire di perdite accidentali dallo sfintere, ha solamente 48 anni e perciò non si tratta di incontinenza fecale dovuta all’età.
Lo specialista che la segue le ha invece detto che invece si tratta di una conseguenza del diabete che colpisce raramente, può verificarsi in poche persone, però purtroppo lei ha avuto la sfortuna di esserne colpita e questo le causa problemi sia pratici (pannolini, ricambi sempre con sé) che emotivi (disagio a stare in mezzo alle altre persone, niente più sport, mancanza di autostima).
Ci è stata prospettata una soluzione chirurgica al problema con il metodo THD Gatekeeper: posso chiedervi se qualcuno di voi ne ha sentito parlare, bene o male che sia, e ci può dare un’opinione a riguardo? Qualsiasi parere o consiglio è ovviamente benaccetto.
Auguro a tutti una buona giornata e ringrazio anticipatamente anche a nome di mia moglie, Saverio

L’incontinenza fecale può essere una delle manifestazioni della gastroenteropatia diabetica ed è causata da un danno della funzione dello sfintere e/o a da una alterata sensibilità a livello rettale, tutte condizioni che portano a un malfunzionamento. Spesso questa malattia è sottovalutata perché lo spesso paziente, pur limitato pesantemente dai sintomi dell’incontinenza, non ritiene di esporli al medico e/o di cercare aiuto in strutture specializzate. Ovviamente, per prima cosa occorre fare una diagnosi sul tipo di incontinenza, cioè capire dove è il difetto attraverso una valutazione clinica e strumentale (manometria anorettale), ed escludere altre cause di incontinenza fecale diverse dal diabete mellito. Successivamente, si prescrivono trattamenti medici appropriati alla luce dei risultati degli esami effettuati. Ad esempio, la tecnica del biofeedback porta a migliorare la coordinazione tra percezione della distensione rettale e contrazione dello sfintere anale esterno e potrebbe essere indicata nel trattamento dell’incontinenza da urgenza (il soggetto avverte lo stimolo alla defecazione e non riesce a trattenere). Nell’incontinenza fecale passiva, dove prima dell’episodio di incontinenza il soggetto non avverte lo stimolo, potrebbe avere un ruolo l’impianto in sede anale di materiale biocompatibile autoespandibile, che però presenta il rischio di infezione. L’invito per tutti quelli che hanno questo tipo di problema è quello di rivolgersi sempre a centri specializzati, dove fare gli accertamenti del caso e dove avere le cure più mirate. In Italia esistono diverse strutture e per individuarle consiglio di visitare il sito della Federazione Italiana Incontinenti (FINCO).

Informazioni sul farmaco Eucreas

Desidererei ottenere aggiornate informazioni sul medicinale qui di seguito riportato per la cura di un Diabete di tipo 2 contratto da circa 13 anni

“Eucreas 50 mg/1000 mg- compresse rivestite con film vildagliptin/metformina cloridrato” della Novartis
Chiedo anche cortesi notizie in merito agli effetti indesiderati
Ringrazio e porgo i migliori saluti

L’associazione vildagliptin/metformina può essere aggiunta alla terapia antidiabetica già in atto (cioè a sulfonilurea e insulina basale) quando il soggetto affetto da diabete non riesce a raggiungere un controllo adeguato in rapporto alla sua età e ad eventuali malattie associate. Il vildagliptin fa parte di una categoria di farmaci inibitori del DPP-IV, un enzima che inattiva un ormone gastrointestinale, il GLP-1. Questo ormone viene definito incretina perché aumenta il rilascio glucosio-dipendente dell’insulina da parte delle cellule beta pancreatiche. In genere, gli inibitori del DPP-IV sono ben tollerati. Il loro uso è stato associato a un lieve aumento del rischio di infezioni delle prime vie aeree. Ad oggi non vi sono dati sufficienti per dire che l’assunzione di questi farmaci porti a un rischio di pancreatite; comunque, il loro uso è generalmente controindicato se è in atto o vi è stato in passato un’episodio di pancreatite. Infine, sono stati riportati rari casi di disfunzione epatica in pazienti che assumevano vildagliptin e alogliptin; pertanto, prima di iniziare questi farmaci va fatto un controllo della funzionalità epatica, da ripetere poi ogni tre mesi per il primo anno di trattamento.

Grazie per la risposta dottore, in effetti un centro proctologico di fiducia l’avevamo già trovato ed è quello in cui ci hanno prospettato l’operazione THD Gatekeeper. Abbiamo avuto modo poi di confrontarci negli ultimi giorni con un altro specialista “indipendente” che ci ha confermato la bontà del metodo, alla luce della situazione siamo quindi intenzionati a procedere con l’intervento. Rimaniamo in attesa che ci comunichino il giorno. Cordiali saluti, Saverio

Buongiorno, un rapidissimo aggiornamento: l’intervento avverrà il giorno 25 marzo. Non ci rimane che sperare che vada tutto per il meglio. Cordialità, Saverio

Buongiorno a tutti, l’operazione fortunatamente è andata a buon fine e mia moglie ha finalmente passato una buona Pasqua, tranquilla e serena. Tranne un po’ di fastidio nella zona operata la convalescenza non ha posto alcun problema particolare.

Stando a quanto mi ha raccontato, dal giorno dell’operazione si sente molto meglio e non ha più avuto fuoriuscite accidentali; speriamo che i risultati dell’operazione siano duraturi. Forse è un po’ presto per cantare vittoria ma vogliamo essere fiduciosi che il problema si sia risolto del tutto. Un saluto a tutti voi e buona primavera.

Che bella notizia ! Un saluto a tutti e due

Fornitura ASL

Non mi sono chiari i criteri di assegnazione della fornitura ASL. Potreste spiegarmeli ? Grazie

In linea di massima i criteri per la fornitura di strisce reattive e microlancette distinguono prima di tutto chi fa insulina da chi non la fa. Tra le persone che non fanno insulina, quindi assumono terapia orale, la distinzione è fatta tra chi prende e chi non prende farmaci che potrebbero indurre ipoglicemie (nel primo caso ad es. sulfaniluree e nel secondo metformina).

Ovviamente, se l’autocontrollo glicemico deve essere intensificato per vari motivi (ad es. ipoglicemie inavvertite o terapia concomitante con cortisonici) il diabetologo può fare una richiesta temporanea – valida tre mesi, rinnovabile e ulteriormente modificabie – per ottenere un maggiore fornitura.

DOMANDA SULL LANTUS

Buongiorno a tutti. Sono un nuovo utente diabetico con diabete di tipo 1 dal 2005. Mamma diabetica dal 1963 con glicemia impazzita e 4 punture al giorno. Ma veniamo all amia domanda. Da ormai tre anni uso ai pasti principali le pastiglie di Glucobay 100 mentre alla sera faccio circa 24u di Lantus. L amia domanda è proprio sulla Lantus. Volevo sapere, visto che si tratta di un’insulina a rilascio lento, la sua somministrazione deve essere “preventiva”? Mi spiego meglio. Se domani sono certo di mangiare qualcosa di troppo perché ad esempio ho un matrimonio, stasera devo fare qualche unità in più di Lantus per prevenire il tutto o qualche unità in più la farò domani sera dopo il matrimonio? Grazie per la cortese risposta

Devi ricordarti che Lantus fa parte delle insuline basali, quindi a lunga durata d’azione, ideali per “copiare” quanto succede nell’organismo sano, dove si verifica una secrezione di insulina costante e ben bilanciata, indipendente dalla secrezione correlata all’assunzione del cibo. Quindi, viene da sè che non è l’insulina adatta a coprire il fabbisogno che il soggetto con diabete tipo 1 ha ad ogni pasto e che soddisfa utilizzando le insuline ad azione più rapida.

microinfusore

salve, negli ultimi anni si parla sempre più di microinfusori ma ognuno ha idee diverse. Quando è consigliabile e quando invece no utilizzarlo?
Mia moglie dalla prima gravidanza è insulino dipendente (da 16 anni)e nell’ultimo mese ha avuto un coma ed una quasi perdita di conoscenza per ipoglicemia. Qualcuno ha consigliato l’utilizzo del microinfusore che dovrebbe evitare questi sbalzi ma, i medici che si trovano nella nostra A.S.L. non sono nelle condizioni di consigliare o prescriverlo, per cui ci hanno consigliato di informarci altrove.
Ovviamente oramai internet è fondamentale ed ho deciso di rivolgermi a Voi per avere dei consigli anche in merito ad un controllo più accurato che consenta di stare più rilassati ed aiuti ad evitare questi improvvisi sbalzi glicemici.

In soggetti diabetici sottoposti a trattamento insulinico intensivo il microinfusore può essere indicato se si verificano frequenti ipoglicemie notturne, ipoglicemia asintomatica oppure per l’evidenza di “fenomeno dell’alba” marcato, cioè l’innalzamento della glicemia al mattino per effetto degli ormoni controregolatori, che vengono prodotti nelle prime ore della giornata (ad es. cortisolo). Il microinfusore non è un punto di arrivo ma una nuova partenza; i soggetti candidati devono essere motivati a raggiungere un buon controllo glicemico ed eseguire adeguatamente l’autocontrollo glicemico domiciliare. Inoltre, è importante acquisire: conoscenza degli effetti sulla glicemia esercitati dal cibo, dall’attività fisica, dalle malattie o altro; conoscere concetti quali profilo di azione dell’insulina e schema insulinico; tecniche di calcolo dei carboidrati alimentari. Ogni Centro Diabetologico con un team dedicato alla terapia con microinfusori prevede specifici percorsi di formazione e addestramento per i pazienti candidabili.

Presidi diabetici e residenza

Salve a tutti, mi presento: sono Lorenzo. Sono un diabetico siciliano e da poco mi sono trasferito per lavoro ad Ancona. Ho un problema relativo all’erogazione dei presidi. So che i presidi possono essere solo erogati dalla asl di residenza della persona diabetica, ma da poco ho sentito parlare di “domicilio temporaneo” con cui è possibile richiedere un medico curante temporaneo nel comune in cui si è domiciliati temporaneamente come nel mio caso. Mi chiedevo se questo domicilio temporaneo valesse anche nel caso dei presidi, cioè che chiedendo il domicilio temporaneo, andando poi da un diabetologo, posso poi farmi prescrivere i presidi e ritirarli quì ad Ancona. Vorrei evitare di cambiare residenza anche perché il mio lavoro è temporaneo ad Ancona.
Qualcuno saprebbe aiutarmi? Grazie a tutti anticipatamente

Posso aiutarti riportando quanto indicato per ASL di Milano, che in linea di massima viene applicato in tutte le altre ASL: “la richiesta di presidi per diabete può essere presentata anche alla ASL di domicilio, essendo in possesso di tessera sanitaria della Regione Lombardia. L’erogazione dei presidi avverrà solo dopo l’autorizzazione da parte dell’ASL di residenza che sarà richiesta ed inoltrata direttamente dai nostri Uffici ASL”.

invalidità civile per diabete documentazione

ciao spero che qualcuno in questo forum abbia fatto richiesta per invalidità civile (per diabete) e che possa darmi delle delucidazioni perche io non ci sto capendo niente. 🙂
vi porgo due domande:
devo portare tutte le analisi che ho fatto fin ora?
due devo richiedere un certificato all/a diabetologo/a che attesti la malattia?
vi ringrazio in anticipo per le risposte. 😉

Nella richiesta di invalidità civile va sicuramente inserita la relazione diabetologica, che attesti la diagnosi, le eventuali complicanze e le terapie in atto. Inoltre, vanno allegate le documentazioni di eventuali visite cardiologiche, oculistiche, neurologiche, nefrologiche e di chirurgia vascolare e relazioni se vi sono altre malattie associate (ad es. gastroenterologo se c’è celiachia o endocrinologo se c’è problema tiroideo).

ho il diabete o il pre diabete?

salve sono di nuovo io, le scrivo perché ho un altro dubbio su questa malattia. prima di fornire le mie misurazioni di glicemia premetto che mi curo da 2 anni e prendo 1.2 mg di victoza a pranzo e mezza pastiglia da 850 mg di metformina a cena. da quando mi curo a digiuno la mattina ho come valore 99mg dopo pranzo e cena oscilla fra i 130 e 170 mg. secondo lei sono paramertri normali per un diabete che si cura o posso essere definito pre diabete ? P.s: grazie in anticipo per la risposta

I farmaci antidiabetici che sta assumendo permettono di controllare la malattia diabetica con valori di glicemia sia a digiuno sia post-prandiali ottimali. Ulteriore verifica viene dai controlli periodici dell’emoiglobina glicata (HbA1c), che deve essere inferiore al 7% e – in casi selezionati – anche inferiore al 6.5%.

salve dottore grazie per la risposta, ho preso i valori della emoglobina glicata delle ultime mie analisi e ha un valore di 5.50% (a digiuno e senza liquido zuccheroso dato da l’analista), come vede è un valore piu basso rispetto a quello che lei ha scritto. cosa sta a significare che sono pre diabetico o che in linea di massima rietro ancora fra i diabetici normali ( che si curano)? p.s: quando mi e stata diasgnosticato il diabete la glicata era a 9.40%

L’emoglobina glicata è uno strumento, insieme al controllo delle glicemie, per sapere se la malattia diabetica, una volta diagnosticata, è controllata oppure no. In questo caso di diabete con il valore di emoglobina glicata pari al 5.5% (oppure espresso in mmol/mol, quindi 5.5% sarebbe uguale a 37 mmol/mol), insieme ai valori glicemici riportati prima, si può dire che il controllo glicemico è ottimo. Diverso è il discorso della diagnosi di diabete o di prediabete, che si basa sulla glicemia a digiuno oppure sull’emoglobina glicata oppure sulla risposta della glicemia a due ore da un carico orale di glucosio.

Gambaletto

Buongiorno PER LE VARICE ,ESSENDO UN DIABETICO 2 GR. POSSO INDOSARE GAMBELETTI COTONE 18MMHG?

L’indicazione a un gambaletto compressivo deve essere fatta da un medico dopo aver preso visione del grado di insufficienza venosa e della presenza di eventuali varici, soprattutto valutando se vi è infiammazione e/o segni di flebite. La condizione di diabete associata non è controindicazione all’uso delle calze a compressione graduata ma ripeto va posta la giusta indicazione.

Buongiorno, sono la moglie di un paziente col diabete mellito. Mio marito fa 4 insuline al giorno, è diabetico da circa 30 anni, cardiopatico e con lieve insufficienza renale. Il problema principale sono gli sbalzi di glicemia. Soprattutto l’ipoglicemia notturna. Se non mi accorgo perde conoscenza e bisogna provvedere con zucchero e quant’altro. Ho letto di un bracciale che avvisa nel caso di ipoglicemia: ability superstore http://www.amazon.it/Ability-Superstore-Bracciale-allarme-ipoglicemia/dp/B008U8QLIY e vorrei sapere se è efficace. Sarebbe un validissimo aiuto. Consideri che io ho 68 anni e mio marito 75. La ringrazio e le auguro una buona giornata

Buonasera. Se ho capito bene il bracciale che intendete rileva la sudorazione fredda che può accompagnare la crisi ipoglicemica. In un caso come quello che mi ha descritto diventa inutile, perché il vero problema sono le ipoglicemie inavvertite, che non sono precedute da tutti quei segni premonitori, quali tremori e sudorazione fredda. La prima cosa da fare sarebbe quella di discutere di questi andamenti della glicemia così sfavorevoli con il vostro diabetologo e, magari con l’aiuto dell’Holter glicemico, cioè del monitoraggio continuo della glicemia, ottimizzare la terapia insulinica. Buon lavoro !

Informazioni Tresiba Degludec

Buonasera, mi presento sono una ragazza di 25 anni diabetica da 8. Attualmente ho un valore di glicata pari a 7.3
In seguito a episodi di iperglicemie l’anno scorso mi hanno cambiato trattamanto passando dalla Lantus alla Tresiba..
Attualmente il mio piano prevede:
Colazione-Humalog 3unità, Pranzo- Humalog 7 unità e lo stesso per cena e 15 unità di Tresiba alle ore 11.
Nonosante tutto ho sempre livelli di glicemia alti soprattutto prima di cena alla quale arrivo con valori tendenti da 200 a 250..Recentemente ho letto che l’iniezione di Tresiba va fatta nella parte addominale o nel braccio mentre io ho sempre fatto l’iniezione nel gluteo come facevo con la Lantus, la posizione può incidere? è sbagliato farla in quella zona?

Buongiorno. Per TRESIBA vi sono pubblicazioni scientifiche che hanno valutato il comportamento di questa insulina dopo l’iniezione a livello di coscia, addome e deltoide. Non vi sono differenze significative in assorbimento ed efficacia di TRESIBA somministrandola in queste tre aree. Quindi incomincerei a vedere il comportamento delle glicemie modificando la sede di iniezione. Se dopo una settimana non dovesse rilevare nessun miglioramento, consulti il suo diabetologo per rivalutare le unità da somministrare.

Prevenzione del diabete

Salve a tutti. Mi chiamo Alessandra, ho 28 e sono leggermente in sovrappeso. Questa cosa, unita al fatto che alcuni miei parenti hanno mostrato sintomi diabetici, mi ha spinta a prendere delle precauzioni (so che il diabete non è ereditario, ma la genetica un po’ mi preoccupa). Rivolgendomi ad un medico, questi mi ha consigliato, come misura preventiva, un programma di fitness metabolico (http://www.massimospattini.com/it/articoli-dr-spattini/allenamento/diabete-e-sport/) affiancato da una dieta: in questo modo, a detta del medico, migliorerei la capacità del mio corpo di prevenire eventuali sindromi metaboliche e, quindi, abbasserei il rischio di diabete. Qualcuno ha riscontri di questa pratica o l’ha mai adottata? Grazie.

Buongiorno. Nel dettaglio non so cosa comporti quello specifico programma di fitness metabolico ma dovrebbe avere come base alcuni principi, che si sono imposti in questi anni per ridurre il rischio di sviluppare diabete e di eventi cardiovascolari in chi è affetto da sindrome metabolica o ha alcune caratteristiche di questa sindrome (aumento della circonferenza addominale, ipertensione arteriosa, alterazioni della glicemia e/o dei lipidi). Un programma di fitness metabolica dovrebbe migliorare alcuni aspetti della vita di tutti i giorni e in particolare correggere la qualità degli alimenti consumati ai pasti e introdurre esercizi per migliorare l’attività fisica e sconfiggere la sedentarietà.

DM dieta

Buongiorno, a causa di valori alti di glicemia (da 130 a 150 nelle ultime 3 analisi semestrali) e di colesterole alto (242) mi è stata consigliata dal mio medico una visita ad un centro diabetologico che ho fatto stamattina e nella quale la Dottoressa mi ha parlato di valori da diabete Mellito al diguino, in quanto negli esami la emoglobina Glicata restava nei parametri. Non mi ha dato una cura ma solo una dieta da seguire, però il più possibile rigorosamente. Nella dieta sono vietati, tra le altre cose, i legumi (fagioli,fave,ceci,lenticchie,piselli). Ho cercato su internet una dieta più chiara, ma in due o tre diete che ho trovato i legumi sono consigliati almeno 2/3 volte alla settimana. Vorrei avere un chiarimento, se possibile, su questo particolare, ed eventualmente dove trovare una dieta completa. Grazie .

Ecco di seguito alcuni CONSIGLI PRATICI. BUON LAVORO !!!

La dieta di chi è affetto da diabete dovrebbe essere ben equilibrata. Per evitare picchi glicemici durante la giornata sarebbe utilissimo suddividere le calorie quotidiane in cinque pasti: colazione, pranzo e cena più due spuntini, uno a metà mattina e uno a metà pomeriggio. Inoltre, sarebbe consigliabile mantenere costante l’orario e l’introito calorico ad ogni pasto, senza dimenticare un’attività fisica regolare, in quanto l’esercizio fisico aiuta a tenere sotto controllo la glicemia.

Venendo alle caratteristiche della dieta giornaliera, la quota maggiore dei suoi componenti dovrebbe essere rappresentata dai carboidrati complessi (cereali e loro derivati), preferibilmente da assumere in forma integrale.

Meglio mangiare:

Cereali – Pasta e cereali integrali (avena, orzo perlato), preferibili rispetto al pane o al riso per il più basso Indice Glicemico; sono ricchi di zuccheri complessi e fibre e vengono assorbiti lentamente. Devono rappresentare la principale risorsa energetica e l’elemento più importante del pasto.

Legumi – Fagioli, lenticchie, piselli, ceci, fave e soia contengono fibre e proteine di valore pari a quello delle carni, ma non contengono grassi. Sono alimenti da favorire anche per il loro effetto saziante. Possono essere aggiunti di spezie o uniti ai cereali in piatti unici.

Ortaggi – Alimenti ricchi di fibre e vitamine ma poveri di zuccheri e calorie, tanto che possono essere assunti senza tener conto della quantità. Insalata, zucchine, carote, pomodori, melanzane, peperoni, bietola, spinaci, cicoria, cetrioli vanno quindi assunti crudi e cotti, nella quantità di 2 o 3 porzioni al giorno.

Frutta – Ricca di fibre e vitamine contiene una certa quantità di zucchero.  Piuttosto che uva, cachi, fichi, banane e frutti esotici meglio scegliere la frutta con meno zucchero: pere, mele, agrumi, melone, cocomero, frutti di bosco, kiwi, fragole, ciliegie, susine, ananas e, quando possibile, mangiarla con la buccia per aumentare l’introito di fibre.

Meglio diminuire:

Carne – Può essere tranquillamente alternata al pesce (tre volte la settimana) o ai legumi. Il ‘secondo di carne’ non è indispensabile ad ogni pasto ed ogni giorno.

Salumi – Quelli più grassi (salame, mortadella, cotechino) andrebbero consumati raramente. Ci si deve orientare su prosciutto crudo (eliminando le parti grasse), prosciutto cotto o bresaola, ricordando che, rappresentando un ‘secondo’ piatto a tutti gli effetti, vanno assunti in sostituzione di questo.

Uova e derivati – Dovrebbero essere consumate due volte alla settimana, in sostituzione e non in aggiunta a carni e formaggi, ricordando che sono presenti anche come ingrediente in salse (maionese) e dolci.

Latte e derivati – Fondamentale nella crescita, principale fonte di calcio, il latte va considerato come alimento e non come bevanda, perché ricco di principi nutritivi. I formaggi sono più ricchi di grassi, proteine e sale rispetto al latte. Rappresentano un’alternativa al secondo piatto, a patto che vengano assunti due volte la settimana in quantità limitata e non aggiunti alla fine del pasto. Quelli freschi e semigrassi (mozzarella, quartirolo e certosino) andrebbero preferiti a quelli grassi (emmenthal, gorgonzola, fontina, taleggio, grana).

Bevande – Sono da sconsigliare, oltre alle comuni bibite, tutte quelle dolcificate abbondantemente, anche succhi o spremute di frutta, ai quali si deve preferire la frutta fresca, per la presenza di fibra e per il maggior effetto saziante.

L’impiego di zuccheri semplici (dolci, zucchero, bevande, dolci ecc.) è di norma sconsigliato poiché la rapidità del loro assorbimento provoca rapidi rialzi glicemici.

neuropatia diabetica

Buongiorno, è vero che l’attività fisica e’ essenziale ma cosa occorre fare se il dolore impedisce il suo svolgimento ? Grazie

Esistono due approcci terapeutici per la neuropatia diabetica: da un lato trattamenti che hanno come obiettivo i sottostanti processi fisiopatologici per prevenire la perdita di fibre nervose, dall’altro trattamenti che hanno lo scopo di alleviare i sintomi, soprattutto il dolore.

Anzitutto, un buon controllo glicemico è fondamentale – soprattutto nei diabetici tipo 1 – per prevenire la neuropatia e per rallentare i danni, una volta che si è manifestata questa complicanza.

Trattamenti che hanno un razionale patogenetico sono: l’acido α-lipoico (agisce come agente antiossidante, bloccando la produzione di specie reattive dell’ossigeno; la benfotiamina, analogo della vitamina B1, che previene i danni vascolari nel diabete; gli inibitori dell’aldoso-reduttasi. Gli studi riguardo questi trattamenti riportano però risultati contrastanti. Un certo numero di agenti sono potenziali candidati per un utilizzo futuro nella terapia: molecole che hanno come target i fattori di crescita coinvolti nella patogenesi della neuropatia diabetica, come NGF e angiotensina II.

Tra i trattamenti che vanno a controllare il dolore, le linee guida cliniche raccomandano l’uso di antidepressivi come amitriptilina e duloxetina, analoghi dell’acido γ-aminobutirrico,come gabapentin e pregabalin; dopo questa prima linea di trattamenti, le linee guide segnalano gli oppioidi (ad es. tapentadolo a rilascio prolungato) e gli agenti topici, come la capsaicina. Per alcuni pazienti è sufficiente un unico farmaco, per altri combinazioni mirate di più farmaci, spesso con l’aiuto di un terapista del dolore.

Figlio di entrambi i genitori diabetici

Buongiorno, siamo una coppia diabetici insulinodipendenti (io, 39 anni, diabetico dall’età di 11; la mia compagna, 42 anni, diabetica dall’età di 36). Siamo entrambi ben compensati, senza complicazioni. Abbiamo cercato un figlio, che è nato pochi giorni fa: durante la gravidanza sono stati svolti tutti gli esami del caso, che indicavano uno sviluppo regolare del feto (nei parametri di un feto “sano”, per intenderci) e anche tutti i controlli post-nascita (dimensioni, peso, glicemia) indicano che è in ottima salute!
In barba a tutte le statistiche di età e di salute, direi!
Chiaramente siamo consapevoli che, date queste condizioni, le probabilità che anche nostro figlio “erediti” il diabete sono molto più alte.
A tal proposito, chiediamo come possiamo muoverci perché i dottori che abbiamo consultato hanno opinioni discordanti in proposito: ad esempio c’è chi sostiene che il latte in polvere sia sostanzialmente innocuo, al contrario c’è chi dice che sia deleterio nel nostro caso.
Sia il ginecologo che ha seguito la gravidanza, quanto lo stesso diabetologo che ci ha in cura, tendono a minimizzare le nostre preoccupazioni asserendo che ci sarà tempo per considerare il problema “se e quando” si presenterà.
Insomma, chiaramente non vogliamo essere troppo apprensivi ma vogliamo agire in maniera preventiva: a quali figure professionali possiamo rivolgerci per avere consiglio? Quali sono le abitudini (alimentari, stile di vita ecc.) da adottare? Che consigli possiamo seguire?
Grazie in anticipo!

Il diabete mellito tipo 1 è il risultato della distruzione delle cellule beta pancreatiche, che producono insulina, da parte del sistema immunitario, che produce anticorpi rivolti contro alcune strutture cellulari. Questo processo si verifica in soggetti geneticamente predisposti, probabilmente è innescato da uno o più fattori ambientali, e in genere progredisce nei mesi o negli anni, durante i quali il soggetto è asintomatico e non ha alterazioni glicemiche.

Tra i fattori ambientali sono state proposte le proteine contenute nel latte vaccino (latte di mucca), che è alla base della maggior parte delle formule di latte in polvere. I dati però sono controversi e non tutti concordano nel trovare una relazione tra l’introduzione nella dieta del latte vaccino e la comparsa di autoanticorpi in bambini a rischio elevato di sviluppare diabete tipo 1.

I soggetti a rischio di sviluppare diabete tipo 1 andrebbero seguiti per individuare l’eventuale sviluppo di autoanticorpi rivolti contro parti della cellula beta pancreatica. Se l’analisi risultasse positiva, allora si potrebbero valutare strategie per rallentare il danno pancreatico da parte del sistema immunitario (ancora oggetto di studi clinici in centri di ricerca specializzati). Utile il link nella notizia che compare a fianco di questa risposta.

Glicemie pazze

Salve chiedo il vostro aiuto per capire il perché di queste glicemie. Porto il micro da Marzo e sono due giorni che litigo con la glicemia o troppo alta e mando boli di correzione ma non scende sto anche 3 4 ore fissa alta per poi scendere troppo e non risalire nonostante mangi zucchero e questo mi crea tantissimi problemi

Premesso che è FONDAMENTALE che ti rivolga al tuo Centro di riferimento, è utile dirti che spesso il risultato di un bolo di correzione è superiore alle attese. Si corregge un’iper e si finisce in ipo. Questo può avvenire perché non si è calcolato l’effetto residuo del bolo di insulina preprandiale. Il rischio di sovrapposizione fra due boli successivi è più forte con l’insulina regolare (Humulin R, Actrapid) che con gli analoghi ricombinanti (Humalog, Novorapid). In genere l’insulina rapida viene smaltita per un 20% ogni ora, quella analoga per un 30% ogni ora. Quindi, dopo 3 ore dall’assunzione, chi usa la rapida avrà ancora ‘in corpo’ il 40% dell’insulina assunta, chi usa l’ultrarapida ne avrà solo il 10%. I calcoli richiesti da un bolo di correzione – in caso di sovrapposizione – richiedono una certa esperienza. Occorre infatti calcolare di quante Unità di insulina si avrebbe bisogno per correggere l’iperglicemia e sottrarre le Unità di insulina che devono ancora essere metabolizzate. Quindi esperienza + calcolo; è per questo che devi confrontarti con chi ti ha “avviato” al micro. Tienici informati sui tuoi progressi.

Io uso novorapid 0.8 di basale fissa. Sono due tre giorni che la glicemia fa così mi sento anche molto strano da questa mattina dopo colazione che sto fisso tra i 180 195 con il misuratore continuo di glicemia sento tanta debolezza e stanotte era fissa tra i 65 8 anche assumendo zuccheri veloci nulla per poi rialzarsi di colpo a 160 verso le 6 del mattino. L’unica cosa che mi viene da pensare è magari sto covando influenza. Lunedi scorso ho effettuato un elettrocardiogramma e ecocardiodoppler di controllo ed è uscito fuori una leggera iniziale disfunzione diastoli a atrio sinistro. Dovro effettuare scintigrafia miocardica anche perché è diabetico da 20 anni

Solosa si, Solosa no

Buongiorno a tutti, mia mamma è diabetica (tipo 2) da circa 20 anni e da 10 assume ogni giorno Solosa. Il dosaggio è cambiato negli anni, perché purtroppo i suoi valori non sono mai stati regolari, con le complicazioni conseguenti che conosciamo bene. Questa mattina il nuovo diabetologo dell’Asl, visitandola per la prima volta, le ha assolutamente sconsigliato di assumere il Solosa perché ritiene che sia stato la causa della “devastazione” (cit.) del suo pancreas, inoltre ha aggiunto che è un medicinale che viene prescritto da troppi medici perché abbassa repentinamente i livelli di glicemia, ma non serve per la cura della malattia. Per questo, le ha prescritto l’insulina.
A questo punto, quello che mi interessa sapere è se qualcun altro è d’accordo col diabetologo dell’Asl. Mi è parso parecchio strano che in 10 anni nessuno dei medici diabetologi (almeno 4) abbia eliminato questo medicinale dal piano di mia madre e per questo mi sto domandando se posso fidarmi di quanto dettoci stamattina, o sarebbe meglio consultare un altro medico.
Vi ringrazio sin d’ora per il tempo che mi verrà dedicato.

Cercherò di essere chiara, riassumendo quelle che sono conoscenze vecchie e nuove sull’evoluzione della malattia diabetica. La maggior parte delle persone – al momento della diagnosi di diabete tipo 2 – ha già una riserva pancreatica di insulina ridotta. Oggi abbiamo a disposizione, accanto agli interventi sullo stile di vita come l’alimentazione e l’attività fisica, diverse classi di farmaci (al 2017 sono 12 !!!), con azioni mirate e diverso profilo di sicurezza cardiovascolare, che ci permettono di personalizzare la terapia e di modificarla in base al compenso glicemico e alla presenza di altre patologie. Tra queste classi vi sono dagli anni Cinquanta le sulfaniluree, come glimepiride (Solosa, Amaryl), che è una sulfanilurea di seconda generazione, quindi più recente; si tratta di farmaci che stimolano la secrezione di insulina agendo direttamente sulla cellula beta pancreatica, indipendentemente dai livelli di glucosio nel sangue. In questi ultimi anni si è osservato che questa classe di farmaci, stimolando la cellula beta pancreatica a produrre insulina spesso in eccesso, la esaurisce nel giro di alcuni anni, se già erano presenti segni di disfunzione. Evidentemente, all’ultima visita diabetologica, è emersa una condizione di deficit di secrezione insulinica e pertanto la decisione è stata quella di iniziare la terapia iniettiva per contrastare questa carenza.

Buongiorno sono un ragazzo di 35 anni, alto 1.77 con peso di 67 kg, sportivo (pratico corsa moderata – 7/8 km per 4/5 volte a settimana) e gioco a calcio anche se da qualche anno non a livelli agonistici come in passato. Una mattina, dopo mesi e mesi mi è passato per la testa di misurare la glicemia a digiuno ed era a 114 (il giorno prima era Pasqua ed avevo approfittato e la sera a cena avevo anche mangiato parecchio ed avevo finito di cenare tardi). Premetto che mio padre ha il diabete di tipo 2 per cui da qui la mia “paura”. Sono un tipo abbastanza ansioso e da quel giorno ho iniziato a misurarla con un glucometro One Touch Verio quasi ogni mattina a digiuno ed i valori sono sempre stati compresi tra 80/83/85/90. Stamattina l’ho misurata con due glucometri diversi. Ero molto agitato infatti tremavo per l’ansia. Durante la prima misurazione , fatta dopo 12 ore dalla cena (avevo mangiato polpette di carne fritte, insalata verde e rossa condita con olio ed aceto, una mela ed un bicchiere di coca cola) era a 101. Circa dieci minuti più tardi l’ho rimisurata con il solito glucometro, quello che usa mio padre (one touch verio) ed era a 88. Intanto vorrei capire quale dei due valori è maggiormente attendibile, se l’ansia possa alterare un pò i valori glicemici, quanto bisogna digiunare per misurare la glicemia al mattino e cosa mangiare la sera prima (se mangiare pesante o leggero e se si, cosa). Grazie e spero di ricevere una risposta.

Caro Michele, rilassati. Andiamo con ordine. Hai familiarità per diabete ma da quello che ho letto pratichi uno stile di vita più che salutare e non sei sovrappeso (sono tutte e due fattori che ti conferiscono un’ottima protezione dalla malattia diabetica). I risultati che hai “prodotto” con il glucometro non sono indicativi di nulla in particolare. La diagnosi di diabete viene fatta: 1) con la determinazione della glicemia da prelievo venoso a digiuno ripetuta due volte (entrambe le volte il valore deve essere superiore a 125 mg/dL); 2) dal riscontro occasionale di glicemia uguale o superiore a 200 mg/dL in presenza di sintomi come poliuria, polidipsia, dimagramento; 3) glicemia dopo due ore da un carico orale di glucosio uguale o superiore a 200 mg/dL; 4) emoglobina glicata uguale o superiore a 48 mmol/mol, pari a 6.5%.

Gli stati ansiosi e, in definitiva, tutte le condizioni che determinano stress possono aumentare i livelli di glicemia, poichè vengono messi in circolo ormoni come l’adrenalina e il cortisolo, che richiamano glucosio nel sangue (questa condizione nel soggetto senza diabete è irrilevante perché le glicemie oscillano di poco mentre nel soggetto diabetico le variazioni possono essere importanti). Infine, quando si effettua un prelievo a digiuno NON bisogna mangiare nelle 8 ore precedenti.

Grazie mille dottore…si, pratico sport quasi giornalmente dato che ho sempre giocato a calcio a livelli agonistici. Domattina comunque farò gli esami del sangue e speriamo bene…a che ora dovrei terminare di cenare e cosa mi consiglia di mangiare? Grazie ancora.

Ormai avrai i risultati degli esami del sangue. Discutili con il tuo medico di fiducia, che saprà darti tutte le informazioni che ti occorrono. Cordiali saluti.

Buongiorno dottore, sì, ho avuto i risultati delle analisi del sangue. Ne ho già discusso col mio medico curante e, per fortuna, sono tutti perfetti tranne un pò di azotemia che la dottoressa ha associato al troppo consumo di grana, parmigiano e petto di pollo. Se ha piacere le scrivo tutti i valori. Mi dica lei.

Mi sembra che tu possa essere soddisfatto dei risultati e del commento del tuo medico. Continua a mantenere uno stile di vita salutare. Un saluto.

prediabete?

Salve ho 47 anni una familiarità con mia madre Che era diabetica e periodicamente controllo la glicemia. Da circa 20 anni è sempre stata circa 100-105 a digiuno ma questa volta ha sconfinato in 124. Ho ripetuto esami astenendomi solo dal mangiare dolci per 1 settimana
Con seguenti risultati
Ore 9: 108 – Ore 11: 87 – 0re 17: 84 – HBa1C= 5,6 Valore 38 (>48 diabete)
Ora mi chiedo come mai il valore a digiuno è più alto di quello dopo pranzo e se questo dipende dal fatto che non faccio colazione normalmente?
Cosa posso fare per tenere sotto controllo la malattia ed evitare che degeneri in diabete Anticipatamente ringrazio

Buonasera. La curva glicemia-insulina segnala una condizione di eccessiva produzione di insulina da resistenza all’attività di questo ormone. Spesso questa condizione precede di anni l’esordio del diabete e si associa a sovrappeso, alterazioni del profilo lipidico, ipertensione arteriosa, familiarità per diabete. Fondamentale la visita endocrinologica per un inquadramento a 360°.

In effetti la condizione di insulino resistenza potrebbe essere associata alla persistenza dell’acne. Quando vi è resistenza all’insulina, i livelli plasmatici di questo ormone sono aumentati e in certi momenti possono mettere a rischio il soggetto di episodi ipoglicemici.

Certo la familiarità pesa sul rischio di sviluppare diabete, così come altre condizioni (sovrappeso, vita sedentaria, alimentazione non corretta, con eccesso di zuccheri). Attualmente quello che spicca dai suoi dati è una condizione di alterata glicemia a digiuno, che può precedere di anni lo sviluppo del diabete. Il controllo dei fattori favorenti attraverso pasti regolari (colazione compresa) e ben bilanciati ma anche attraverso l’esercizio fisico almeno tre volte alla settimana riduce il rischio.

La ringrazio molto per la risposta.

Non sono in sovrappeso, anzi sono molto magro, ma da molti anni ho sintomi che si associano a ipoglicemia e un’acne persistente che a 38 anni ancora tende a ricomparire. Leggo in letteratura che l’insulina potrebbe essere coinvolta nell’acne. Secondo Lei queste sintomatologie che ho avuto in passato potrebbero essere legate a questa condizione di iperinsulinemia? Grazie, Andrea

Lantus e fuso orario

Salve, ho 29 anni e sono diabetica di tipo 1 dal 2011. Avendo vissuto per tanti anni all’estero ed essendomi trasferita in Italia solo recentemente, ancora non sono in cura con un/a diabetologo/a personale. Dovendo partire per il mio viaggio di nozze in Messico non so come comportarmi con le iniezioni di insulina basale. Io prendo 28 unità di Lantus ogni sera alle 21, considerando che ci sono 7 ore di fuso orario, chiedo consigli su come organizzarmi con la terapia insulinica. Grazie

La regola generale è:

– il giorno prima della partenza somministra la dose di basale al consueto orario

– quando inizi il viaggio mantieni l’orologio sul fuso orario del Paese di partenza e somministra metà della dose di basale al consueto orario

– dopo aver somministrato questa dose dimezzata, regola l’orologio in base al Paese di destinazione

– somministrerai la metà dose di basale rimanente alla stessa ora abituale, ovviamente ora locale (ad es. se la basale in genere è somministrata alle ore 23 in Italia, la somministrerai alle 23 locali, cioè alle 23 del nuovo fuso orario)

-il giorno seguente somministrerai la dose piena di basale allo stesso orario (sempre ora locale)

prevenzione

Gentili Dottori

Ho entrambi i genitori diabetici con mia madre che è dializzata ed è affetta da retinopatia diabetica sto facendo prevenzione da molti anni evitando più possibile gli zuccheri la mattina faccio colazione 1 bicchiere di latte scremato e 2 fette integrali a pranzo non mangio pasta ma bensì solo 50g di pane con carne bianca alternando a carni rosse,verdura a volontà con 2 cucchiaini di olio,bevande tipo “Zero”, la sera formaggi light o tonno con verdura e 50 g di pane,non faccio nessun spuntino e di rado mangio qualcosa di dolce sempre in maniera limitata e caffè amaro,non uso alcolici.

la mia domanda è se devo ancora diminuire l’uso di carboidrati.

anni 36

altezza 1.75

peso 67

ultimo controllo glicemia “82” completamente a digiuno

Situazione glicemica particolare

Mi presento sono Andrea ho 40 anni 190cm per 80 kg impiegato e dopo ultime analisi del sangue riscontro glicemia 132 sotto consiglio del medico rieseguo esami con glicata dopo 1 settimana riscontrando valore di 110 e glicata 5.1 sempre a digiuno.

Di mia iniziativa prenoto visita diabetologica privata dove mi viene consigliato di eseguire oggt che eseguo dopo circa 1 settimana dove viene riscontrata igt per valori di basale 108 e dopo 2 ore 158.

Mi viene consigliato di seguire una dieta sana e attività fisica cosa che tra l’altro faccio da sempre…

Preso da ansia e panico compro glucometro per monitorare la situazione ed inizio a non capirci più nulla nel senso che riscontro valori a digiuno tra 88 e 95 e valori post prandiali mai superiori a 120 fin qui nulla di strano ma quello che mi ha spiazzato è che i valori post prandiali dopo pranzi o cene abbondanti al ristorante sono molto inferiori di quelli a digiuno e vanno da 70 a 85 per poi risalire dopo 3 5 ore ai valori a digiuno.

Ringraziandovi per il vostro immenso lavoro vi chederei lumi sulla mia situazione e se secondo la vostra esperienza è sufficiente che io segua una dieta sana e continui con attività fisica o devo iniziare da subito qualche cura farmacologica? Non ho genitori diabetici ma una nonna lo era…

Grazie mille

Come immagino che tu sappia (anche leggendo la tua richiesta) dieta equilibrata, attività fisica regolare e controllo del peso corporeo sono tutte azioni importanti nella prevenzione del diabete. La composizione dietetica ideale deve fare in modo di comprendere anche i carboidrati, che devono derivare principalmente da frutta, verdura, legumi e cereali integrali. Leggendo come ti alimenti abitualmente sei proprio al limite della quantità minima giornaliera raccomandata di carboidrati (pari a 130 gr). Resta poi valido il concetto che la dieta deve essere varia, con attenzione alla qualità dei grassi; i grassi saturi (ad es. dalle carni, dal formaggio e dai gelati) devono essere sostituiti da quelli monoinsaturi o polinsaturi (ad es. dal pesce, dall’olio d’oliva e dalle noci – le famose tre noci al giorno). Infine, anche le proteine debbono essere introdotte in giusta misura, cioè senza scendere sotto 0,8 gr/kg peso corporeo al giorno, e devono arrivare da carni magre, pesce, uova, legumi, soia, noci e semi.

Il test da carico orale di glucosio ha messo in evidenza una condizione di ridotta tolleranza glucidica (IGT, impaired glucose tolerance) in un soggetto normopeso, forse con familiarità per diabete mellito. Lo specialista diabetologo giustamente ti ha indicato di seguire una dieta equilibrata, limitando al minimo gli zuccheri semplici e facendo attenzione a consumare grassi mono o polinsaturi. Anche l’attività fisica regolare è fondamentale e i due interventi combinati sullo stile di vita (dieta e attività fisica) si sono dimostrati efficaci nella prevenzione del diabete. L’intervento farmacologico con la metformina a scopo preventivo è riservato a determinate classi di soggetti, ad es. soggetti obesi con IGT, nei quali le modifiche dello stile di vita non hanno dato risultati.

La ringrazio infinitamente per il chiarimento e le auguro una buona serata.

chetoacidosi, sbalzi glicemici fuori controllo

Salve, ho 29 anni e sono diabetica da 9; la mia glicata è di 6.8; da quando ho il diabete è andata aumentando, raramente è scesa e comunque mai sotto 6.1. (nel forum ho letto che la maggior parte dei pazienti diabetici riesce a tenere 5.5) I diabetologi del centro in cui sono in cura e il mio medico generico continuano a dirmi che sotto il 7 va tutto bene e non sono mai andati più a fondo. La mia glicemia è un’altalena continua, difficilmente riesco a tenerla costante, oscillo da ipoglicemie di 40-45 a iperglicemie di 250-270 fino a picchi di 300. Qualche mese fa ho avuto un episodio di chetoacidosi, che non sorprende con glicemie così alte. Il mio medico non ha battuto ciglio. Ho avuto un altro episodio dove cominciavano a comparire chetoni nelle urine ma non è sfociata in chetoacidosi. Ho provato a chiedere al mio diabetologo se fosse il caso di cambiare la terapia, e sostituire la Lantus Solostar con Tresiba (ho sentito che chi è passato a Tresiba è migliorato immediatamente), ma il medico ha lasciato tutto com’era. Al momento ho dovuto quasi raddoppiare la dose di NovoRapid dopo i pasti, in quanto la dose che facevo normalmente (intorno a 6-8 unità a pasto) non è più minimamente sufficiente. La notte faccio 21 di Lantus prima di andare a dormire. Mi alzo con glicemie normali ma durante la giornata è sempre fuori controllo. Insomma, non so più come tornare a valori normali e mi sembra di essere stata completamente abbandonata dai medici da cui sono in cura. Vi chiedo cortesemente di suggerirmi come muovermi, se è il caso di cambiare struttura ospedaliera, o di provare nuove tecnologie per il monitoraggio della glicemia, se ce ne sono di disponibili. Grazie Monica

Buongiorno. Il valore di glicata è accettabile ma non è accettabile avere sbalzi glicemici e presentare episodi di cheotacidosi.

Una spiegazione potrebbe venire da un’insufficiente insulinizzazione basale (quindi un’insufficiente copertura da parte di insulina glargine – Lantus – nelle 24 ore). Altro aspetto: le sedi di iniezioni non mostrano segni di ipertrofia (cioè, palpando la sede di iniezione si sente una tumefazione sottopelle ?). Se si trattasse di una delle due ipotesi, la soluzione si troverebbe facilmente.

Se così non fosse, l’ideale sarebbe sottoporsi a monitoraggio glicemico continuo per valutare l’andamento delle glicemie nelle 24 ore e, con l’aiuto del diabetologo, correggere la terapia insulinica di conseguenza.

Dubbio su auto-misurazione con il pungidito

Buonasera, sono il papà di una bimba di cinque anni, diagnosticata come prediabetica a rischio di insorgenza di diabete mellito 1. Il protocollo ospedaliero include almeno due auto-misurazioni settimanali dei suoi livelli glicemici, alternando quella a digiuno a quella postprandiale. Purtroppo fare queste misurazioni a mia figlia è un incubo tra pianti, strilli, fughe e quanto altro. Mi è stato consigliato di “utilizzare” in alternativa ai polpastrelli, le dita del piede. In effetti al piede, riesco a farle sopportare la “terribile” puntura e ho notato che i risultati si discostano di pochissimo dalle “poche” misurazioni che sono riuscito a fare alle dita della mano. Però ho anche letto da più parti che altre sedi di puntura, potrebbero dare risultati del tutto sballati… Cosa ne pensate? Posso continuare a misurarle la glicemia in tal modo, oppure devo cercare, in qualche modo, di prelevarle la goccina dai polpastrelli della mano? Grazie mille!

Continuerei come stai già facendo dal momento che devi fare un monitoraggio periodico delle glicemie. Il problema delle sedi alternative è solo per chi dal dato della glicemia deve prendere decisioni sulla terapia insulinica, poichè il sangue capillare dai polpastrelli risponde più rapidamente alle variazioni della glicemia rispetto agli altri siti, che dunque non sono raccomandati quando la glicemia cambia rapidamente. Inoltre, la punta delle dita è una delle aree ‘meglio servite’ dalla circolazione sanguigna. Va però evitato il centro del polpastrello. Un po’ perché fa più male, un po’ perché utilizzando le dita dopo la puntura si rischia di creare un piccolo callo cicatriziale. Meglio ai lati, meglio le dita centrali, meglio non pungere più volte di seguito la stessa area. Sedi differenti dalle dita sono per esempio il lobo dell’orecchio (in genere non è doloroso; è ben irrorato) o l’avambraccio (in questo caso però è meno facile ottenere la quantità di sangue desiderata se non si usano dei puntali dedicati).

Grazie mille per la risposta Dott. Airaghi!

Un carissimo saluto..

Andrea

Diabete e dieta

Buonasera

Grazie per un eventuale risposta su quanto andrò ad esporre

Mio padre ha sempre sofferto di diabete da alcuni anni, sempre tenuto sotto controllo tramite delle pastiglie è mai tramite iniezioni di insulina.

Circa un mese fa, gli e’ Stata rimossa la testa del pancreas a seguito di un tumore; L intervento eM andato bene, il tumore e’ stato rimosso tutto e lui ha ripreso a condurre una vita regolare.

Ovviamente il diabete e’ peggiorato ed ha iniziato ad assumere insulina, quotidianamente. La sera assume quella a lento rilascio.

Premetto che non so quali tipo di diabete sia, ma sia il diabetologo che il dietologo che lo hanno in cura, a detta sua, glia hanno suggerito di non rinunciare a nulla nella sua alimentazione.

Pertanto lui mangia regolarmente, dolci, pasta, carni magre e grasse, formaggi, ecc e Beve anche del vino, quasi quotidianamente, circa 1 bicchiere a pasto. Nel caso in cui i valori glicemici fossero eccessivamente alti, gli e’ Stato detto di fare due dosi di insulina di seguito, per riportare il tutto entro i parametri standard

Noi familiari non abbiamo molta confidenza con questa malattia, ma avendo esperienza di conoscenti affetti dalla stessa patologia, molto attenti all alimentazione, ci risulta molto strano quanto gli e’ Stato suggerito.

La domanda e’ Se quanto riporta e’ vero E a che conseguenze potrebbe andare incontro se non regolasse la sua alimentazione ?

Scusate se mi sono dilungato

A seguito di un intervento di questo tipo è spesso necessario assumere capsule di enzimi pancreatici per migliorare la digestione e l’assorbimento degli alimenti. Inoltre, data la riduzione della produzione di insulina, in circa il 20% dei pazienti compare il diabete secondario a pancreasectomia o peggiora il controllo glicemico in una condizione di diabete pre-esistente. In questi casi sarà necessario iniziare la somministrazione di insulina. La dieta consigliata non è ipocalorica ma in genere ha alcune caratteristiche: pasti frazionati cinque volte al giorno, riduzione del consumo di grassi, assumere liquidi al termine o lontano dal pasto, non bevande gassate, adeguata assunzione di fibre, evitare il consumo di alcolici, non bere caffè o the, riduzione degli zuccheri.

Buonagiorno dott Airaghi

Grazie della risposta

Infatti sta assumendo sia enzimi pancreatici sia inibitori della pompa protonica.

Dato che a livello alimentare,non sta facendo nulla di quello che ha scritto, a quali rischi va incontro, se prosegue con questo regime?

Il rischio è legato da un lato a difficoltà nella corretta digestione dall’altro in oscillazioni importanti della glicemia. Sarebbe importante che chieda ai suoi curanti per avere ulteriori consigli.

GLICEMIA POSTPRANDIALE INFERIORE ALLA BASALE.

Egr. Dottore ho 69 anni, peso 54 Kg. per 1,66 di altezza. Il 20/09/2017 eseguivo, per controllo, delle analisi del sangue che erano tutte nella norma tranne il glucosio (siero) che risultava essere di 121 mg/dL. A seguito di questo eseguivo una Emoglobina Glicata e successivamente una Curva Glicemica con carico orale di 75 g. di glucosio e poiché la glicemia postprandiale risultava uguale a quella basale (a digiuno) ripetevo tale esame e questa volta la glicemia postprandiale risultava addirittura inferiore a quella basale. Questi risultati possono rientrare nella normalità oppure possono essere indici di prediabete o addirittura di diabete? Per maggior chiarezza Le invio i risultati degli esami effettuati precisandoLe inoltre che tutti gli esami li ho eseguiti presso l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano mentre l’ultimo esame l’ho eseguito, per un confronto, presso l’Ospedale S. Paolo di Milano. RingraziandoLa per una Sua eventuale risposta Le invio Distinti Saluti e nel contempo le auguro un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo.

Sergio.

PRELIEVO DEL 04-10-2017

Glucosio (Siero) 90 mg/dL

Emoglobina Glicata (Sangue intero) 37.0 mmol/mol

18-10-2017 GLUCOSIO CARICO ORALE 75 g. (Plasma)

Basale 112 mg/dL

Dopo 60′ 114 mg/dL

Dopo 120′ 77 mg/dL

08-11-2017 CARICO ORALE DI GLUCOSIO (75 g.)

S-Glucosio Basale 97 mg/dL

P-Glucosio 1 Ora 80 mg/dL

P-Glucosio 2 Ora 67 mg/dL

Buonasera. Le glicemie a digiuno ripetute non sono indicative di diabete. Dopo carico orale di glucosio la risposta glicemica è ai limiti inferiori, perché direttamente correlabile alla risposta dell’insulina vivace ma non eccessiva. In conclusione, il metabolismo glicemico è ancora nella norma. Solo un consiglio: se nella sua famiglia ci fossero stati casi di diabete, allora le suggerirei una volta all’anno il controllo della glicemia a digiuno e della emoglobina glicata da prelievo venoso. Auguri di Buone Feste.

Glicemia alta glicata nella norma

buon giorno ho 40 anni. Ieri durante la visita per l’idoneita’ al lavoro mi hanno trovato gliema 125 e glicata 5.1. Dono il sange e la mia glicemia e’ sempre tra i 90 e 100, sono agonista di triathon e faccio 3 ore di sport al giorno. Ma ogni anno che al quando al lavoro mi fanno le analisi la glicemia e’ sempre elevata. 4 anni fa’ mi hanno fatto fare la curva da carico basale 104 dopo 60′ 94 e dopo 120′ 69.

La risposta alla curva da carico fatta 4 anni fa esclude il diabete. Anche i risultati degli glicemia prima delle donazioni e della emoglobina glicata sono nella norma. Il dato isolato di glicemia 125 mg/dl non vuol dire nulla. Ripeterei tra 3-6 mesi glicemia a digiuno ed emoglobina glicata. Se per caso vi fossero risultati contrastanti, mi sottoporrei a test da carico orale con glucosio 75 gr (OGTT) per avere un altro risultato basale della glicemia e un secondo risultato a 120 minuti.

Sport

Buongiorno a tutti,

ho iniziato a praticare crossfit ma in rete si trovano pareri contrastanti per la pratica da parte dei diabetici.

Avete esperienze?

Grazie

La premessa fondamentale prima di avvicinarsi ad un’attività fisica regolare (in questo caso crossfit), fatta di esercizi aerobici associati ad esercizi di resistenza, è quella di valutare l’età, le condizioni generali, in particolare quelle cardiovascolari, e le eventuali controindicazioni a certi tipi di esercizio (ad es. ad alcuni esercizi di resistenza), in particolare se si è affetti da neuropatia autonomica o periferica severa, oppure da retinopatia proliferativa. Fatto questo, sia l’esercizio fisico aerobico sia quello di resistenza possono essere indicati. L’esercizio aerobico (esempi corsa, bicicletta, sci da fondo, etc.) serve a ridurre il peso, in particolare la massa grassa addominale, a migliorare l’efficienza del sistema cardiovascolare e il controllo metabolico, riducendo i fattori di rischio cardiovascolare. L’esercizio di resistenza (esempio sollevamento pesi o esercizi con bande elastiche) serve ad aumentare la forza muscolare.

Glicemia alterata

Buongiorno,

vorrei avere un vostro conforto riguardo la glicemia del mio compagno.

Ad agosto andiamo a far le analisi e la glicemia risulta essere 116; essendo che sia il padre che il fratello sono diabetici e la madre ha la glicemia a 125 il medico gli suggerisce di fare una dieta povera di zuccheri prediligendo gli alimenti integrali e facendo poi nuove analisi a dicembre.

Così iniziamo a prendere alimenti integrali ed eliminare caramelle, biscotti etc.

A dicembre fa nuovamente gli esami e la glicemia risulta essere 109; a questo punto il medico ci suggerisce di consultare la tabella degli indici glicemici e di stare attenti agli alimenti “falsi integrali” (tipo fette biscottate al 40%, cracker al 40%).

Da dicembre ad ora abbiamo fatto il pane integrale in casa, fatto dolci in casa (senza zucchero, con farina integrale, albicocche secche. frutta secca, etc), smesso di bere birra, mangiare banane, carote cotte cotte, zucca; in pratica tutto ciò che è ad alto indice glicemico ed iniziato a fare cyclette 25 minuti al giorno.

Ora ha fatto le analisi e la glicemia è 110.

Cosa abbiamo sbagliato? Avreste qualche suggerimento alimentare da darci (magari abbiamo sbagliato qualcosa)? Oppure attività fisica da fare (prima o dopo i pasti?)

Lui ha 47 anni, alto 1.84 cm, 71 kg di peso, colesterolo 220 (prende il riso rosso fermentato),

L’ alimentazione serale spesso con prodotti impanati (bastoncini, cotolette, sofficini, platessa) senza uova.

Grazie

Laura

Buonasera. L’attenzione alla composizione degli alimenti e la regolarità dell’attività fisica sono i cardini per il controllo delle glicemie, sia nella condizione di diabete sia in quella forma chiamata pre diabete (che comprende l’alterata glicemia a digiuno e la ridotta tolleranza glucidica), per ritardare/impedire che tale situazione evolva a diabete conclamato. Non dimentichiamo che le manifestazioni di diabete/pre diabete hanno anche una base genetica.

Continuate così, controllando una volta all’anno la glicemia a digiuno e anche l’emoglobina glicata.

Metformina e peptideC/Insulina

Buongiorno, dalle mie ultime analisi risulta quanto segue:

-Insulina 1,92 mU/ml

-C peptide 0.72 mmol/l

-glicemia 105 mg/dl

ma è da circa un anno che assumo metformina slow 750 mg la sera.

L’anno scorso i valori erano di

-insulina 3,15 mU/ml

-C peptide 0.94 mmol/l

-glicemia 95 mg/dl

Vi chiedo se sarebbe possibile imputare questa flessione alla sola metformina o se farei meglio ad informare il diabetologo di fiducia

Certo, sarebbe utile un confronto con lo specialista diabetologo. In quell’incontro sarebbe utile avere anche il dato della emoglobina glicata. Un cordiale saluto.

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