UNA BUONA NOTIZIA NELLA CURA DEL DIABETE: DAL 1990 NETTA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI COMPLICANZE

Un nuovo studio condotto negli USA sottolinea che il miglioramento delle cure sia a scopo preventivo sia in condizioni acute ha portato a una riduzione del 68% del rischio di attacchi cardiaci e del 50% del rischio di ictus e di amputazioni. Inoltre, i casi di grave insufficienza renale con necessità di trattamento dialitico o di messa in lista trapianto si sono ridotti del 28%. Sono dati che la dott.ssa Elizabeth Seaquist della American Diabetes Association (ADA) definisce “favolosi” ma ricorda che in termini di popolazione i numeri rimangono elevati, in relazione alla epidemia di nuovi casi di diabete, che coinvolge ogni Paese.

Proviamo a immaginare quale possa essere l’impatto di tutto questo proprio in una nazione come gli Stati Uniti, dove dal 1990 al 2010 la popolazione adulta è cresciuta del 27% ma il numero di adulti con diabete è triplicato da 6.5 milioni a 20.7 milioni. Così, ne deriva che finché non si riuscirà a ridurre l’incidenza di diabete, ci si dovrà confrontare con un numero elevato di soggetti ad es. con malattie cardio o nefrovascolari, nonostante gli ottimi risultati legati alla prevenzione e alla cura delle complicanze di questa malattia.
Da: New England Journal of Medicine, online 16 aprile , 2014.
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