L’esposizione a microplastiche e nanoplastiche come fattore di rischio cardiovascolare?

L’esposizione a microplastiche e nanoplastiche come fattore di rischio cardiovascolare?

L’esposizione a microplastiche e nanoplastiche come fattore di rischio cardiovascolare? La risposta sembra venire dai risultati da un recente studio prospettico. Marfella e coll. hanno arruolato 312 soggetti, sottoposti a endoarterectomia carotidea, dimostrando che microplastiche e nanoplastiche sono presenti nella placca asportata del 58% dei soggetti. La presenza di microplastiche e nanoplastiche nella placca si associa a un rischio successivo di infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, o morte per qualsiasi causa, pari a 2,1 volte quello dei soggetti le cui placche non contengono microplastiche e nanoplastiche. Inoltre, i soggetti con microplastiche e nanoplastiche nel tessuto della placca hanno un aumento delle concentrazioni plasmatiche di marcatori infiammatori.

La plastica: da motore del progresso a imputato per la salute.

La plastica ha consentito progressi straordinari. Oggi però numerose prove indicano che i benefici della plastica comportano costi elevati e sempre più evidenti per la salute umana e per l’ambiente. Le principali materie prime della plastica sono i combustibili fossili: gas, petrolio, e carbone. Inoltre, migliaia di additivi chimici conferiscono alla plastica diverse proprietà: colore, stabilità, flessibilità, resistenza alla fiamma, e idrorepellenza. Molti di questi additivi sono tossici; si tratta di sostanze cancerogene, neurotossiche, e interferenti endocrini, come i bisfenoli e le sostanze perfluorurate e polifluorurate. Questi interferenti endocrini sono in grado di interrompere il metabolismo dei lipidi e di aumentare il rischio di diabete, di malattie cardiovascolari, e di ictus.

A livello mondiale, la produzione annua di plastica è cresciuta da meno di 2 milioni di tonnellate nel 1950 a circa 400 milioni di tonnellate oggi. Entro il 2040 questa produzione raddoppierà, per triplicare entro il 2060. I rifiuti di plastica sono onnipresenti nell’ambiente, dove si decompongono in particelle microplastiche e nanoplastiche, cariche di sostanze chimiche.

Gli esseri umani sono esposti alle microplastiche e alle nanoplastiche attraverso l’ingestione e l’inalazione. Precedenti indagini hanno rilevato microplastiche e nanoplastiche in più tessuti, tra cui colon, placenta, fegato, milza, e tessuti linfonodali. Studi su animali indicano che le microplastiche e le nanoplastiche possono causare effetti tossici, soprattutto inducendo stress ossidativo.

Conclusioni

Lo studio di Marfella e coll. fornisce la prova che le microplastiche e le nanoplastiche sono associate a esiti di malattie cardiovascolari negli esseri umani. Sebbene non sappiamo quali altre esposizioni possano aver contribuito agli esiti avversi tra i partecipanti di questo studio, la scoperta di microplastiche e nanoplastiche nel tessuto della placca è di per sé una scoperta rivoluzionaria.

In questi anni i dubbi sull’uso della plastica sono cresciuti mentre tutti discutevamo sul cambiamento climatico. Ad oggi non possiamo dire di sapere tutto sui rischi per la salute e per l’ambiente derivanti dalla plastica ma le informazioni disponibili sono motivo di preoccupazione. Le Nazioni Unite hanno deciso di sviluppare un Trattato globale sulla plastica. Nel frattempo, noi cosa potremmo fare? Intanto, incominciare a ridurre l’uso della plastica, in particolare degli articoli monouso, che contribuiscono in larga misura all’accumulo di rifiuti di plastica.

Da:

Philip J. Landrigan N Engl J Med 2024; 390:948-950 DOI: 10.1056/NEJMe2400683

Marfella R. e coll. N Engl J Med 2024; 390:900-910 DOI: 10.1056/NEJMoa2309822

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