Introduzione
Il diabete interessa il 20-34% di tutti gli adulti ricoverati nei reparti di medicina e chirurgia. In ospedale la disglicemia (iperglicemia, ipoglicemia, e aumentata variabilità glicemica) è associata a una maggiore incidenza di eventi sfavorevoli, come l’allungamento dei tempi di degenza, l’aumento del rischio di infezioni, e l’incremento della mortalità. La somministrazione di insulina con schema basal-bolus è il trattamento di scelta nei soggetti diabetici ricoverati. L’ostacolo principale è l’ipoglicemia, che incide per il 12-35% in studi clinici controllati, condotti in reparti di terapia non intensiva. Il rischio di ipoglicemia, analogamente all’iperglicemia, è associato a un maggior numero di complicanze.
In ospedale il controllo glicemico standard viene effettuato utilizzando il prelievo capillare al letto del paziente. La misurazione della glicemia capillare prima di ogni pasto e prima di coricarsi permette il controllo dell’andamento glicemico e l’aggiustamento delle unità di insulina, dimostrandosi efficace in studi clinici controllati randomizzati. Esiste però un problema: il controllo pre pasto e prima di coricarsi lascia intervalli lunghi durante i quali la glicemia non è monitorata.
Diabetes Care: risultati della ricerca in ambito ospedaliero
In questi giorni Diabetes Care ha pubblicato i risultati del lavoro di un gruppo di ricercatori, capitanato da Guillermo E. Umpierrez. Scopo della ricerca: verificare l’efficacia e la sicurezza del monitoraggio continuo del glucosio (CGM) nel trattamento insulinico di soggetti ricoverati.
185 soggetti con diabete tipo 1 e tipo 2, ricoverati in medicina e in chirurgia in tre ospedali degli USA, tutti in trattamento insulinico con schema basal-bolus, hanno partecipato allo studio. Tutti i soggetti venivano monitorati con lo strumento Dexcom G6 ma solo per metà di loro l’aggiustamento della terapia insulinica veniva effettuato grazie ai risultati del CGM. Per l’altra metà dei soggetti il monitoraggio glicemico era standard e i risultati dal Dexcom G6 erano oscurati.
Nei due gruppi non sono state rilevate differenze significative nel TIR (Time In Range) e nel valore di glicemia media. Nel gruppo dove la terapia insulinica era guidata dal CGM si osservava una riduzione significativa delle ipoglicemie ricorrenti e una riduzione significativa del tempo in ipoglicemia (Time Below Range, TBR).
Conclusioni
Questi risultati rafforzano le evidenze che il CGM rappresenti, a fianco dei sistemi di somministrazione automatizzata dell’insulina, un’opportunità per l’ottimizzazione del controllo glicemico nei soggetti ospedalizzati.
Da: Elias K. Spanakis, Agustina Urrutia, Rodolfo J. Galindo, Priyathama Vellanki, Alexandra L. Migdal, Georgia Davis, Maya Fayfman, Thaer Idrees, Francisco J. Pasquel, Walkiria Zamudio Coronado, Bonnie Albury, Emmenlin Moreno, Lakshmi G. Singh, Isabel Marcano, Sergio Lizama, Chikara Gothong, Kashif Munir, Catalina Chesney, Rebecca Maguire, William H. Scott, M. Citlalli Perez-Guzman, Saumeth Cardona, Limin Peng, Guillermo E. Umpierrez. Continuous Glucose Monitoring–Guided Insulin Administration in Hospitalized Patients With Diabetes: A Randomized Clinical Trial. Diabetes Care 2022; 45 (10): 2369–2375. https://doi.org/10.2337/dc22-0716