AGGIORNAMENTI EMERGENZA NEPAL

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Dal sito di Ai.Bi. Amici dei Bambini
Nepal. Ecco come salvare la vita di migliaia di bambini senza ripetere gli errori del passato: affido interfamiliare, affido internazionale, accoglienza mamme con bambino.
L’urgenza fondamentale, adesso, è quella di mettere in sicurezza i più piccoli. Si calcola infatti che siano addirittura 2 milioni i bambini a rischio fame, disidratazione, malattia. Molti di loro sono ormai costretti a vivere separati dalle proprie famiglie e questo li rende ancora più vulnerabili. Un’emergenza nell’emergenza, quindi, che si deve risolvere in fretta e adottando la strategia giusta. Non si possono commettere infatti gli errori commessi in passato. È ancora tragicamente fresco il ricordo di quanto avvenne ad Haiti, subito dopo il terremoto che devastò l’isola caraibica nel gennaio 2010, provocando decine di migliaia di vittime. In quell’occasione non ci si attivò per portare via i più piccoli da quell’inferno. Il risultato fu drammatico: 30mila bambini morti causa di un’epidemia di colera scoppiata come conseguenza indiretta del sisma.
Bisogna rendersi conto che è impossibile aiutare nel loro Paese semidistrutto tutti i 2 milioni di minori nepalesi a rischio. Per questo Amici dei Bambini ha deciso di mettere il moto il meccanismo che conosce meglio: l’accoglienza familiare. Tre le modalità con cui verrà promosso questo intervento.

1. Affido interfamiliare in Nepal. Innanzitutto sarà offerta alle famiglie italiane la possibilità di sostenere economicamente quelle famiglie nepalesi che si renderanno disponibili ad accogliere in casa propria un’altra famiglia che ha perso tutto, o un nucleo mamma – bambino o un minore solo. Non tutto il Nepal infatti è distrutto: molti edifici sono rimasti in piedi e la generosità della popolazione locale non manca. Ciò che manca sono le risorse che potrebbero permettere alle famiglie di un Paese povero come quello asiatico di ospitarne un’altra, una delle migliaia ridotte a dormire in strada. Ed è qui che risulterebbe fondamentale il sostegno italiano.

2. Affido internazionale. Il Progetto prevede di collocare un bambino nepalese in condizioni di salute precarie o per essere sottoposto a cure sanitarie presso una coppia affidataria italiana per il tempo strettamente necessario, finché la fase più drammatica dell’emergenza sarà passata o la guarigione conseguita. Il principio sarebbe dunque lo stesso alla base delle cosiddette “vacanze terapeutiche”, durante le quali le famiglie italiane aprono le porte per alcune settimane ai bambini in condizioni di salute precarie. Considerato il carattere di emergenza di questo intervento , l’accoglienza di un minore nepalese sarà riservato a famiglie italiane che hanno già sperimentato l’accoglienza di minori, quindi famiglie adottive o affidatarie, comprese quelle già disponibili per le vacanze terapeutiche )

3. L’accoglienza umanitaria, ovvero la possibilità di ospitare per qualche tempo in casa propria , qui in Italia, una mamma nepalese con il suo bambino.

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