Un coppia nella vita e ….. per il microinfusore???

Sappiamo tutti che la somministrazione di insulina è essenziale sia nelle persone con diabete tipo 1, per correggere il deficit di sintesi da parte della ghiandola pancreatica, sia nelle persone con diabete tipo 2, per correggere i livelli di insulina endogena. Sfortunatamente, le persone che sono in terapia con insulina, soprattutto quella preprandiale, sono a rischio di ipoglicemia e di incremento ponderale e, in più, hanno molta difficoltà nel mantenere un controllo stabile dopo il pasto.

Un aiuto a questo “impasse” potrebbe venire dalla pramlintide, un analogo dell’amilina, una proteina scoperta 70 anni dopo l’insulina. Questo ormone è secreto insieme all’insulina dalle beta cellule pancreatiche, di conseguenza è deficitario nelle persone con diabete tipo 1. Le sue azioni? 1. Modulare lo svuotamento gastrico. 2. Sopprimere il glucagone, prodotto in eccesso in caso di diabete, soprattutto dopo i pasti. 3. Indurre senso di sazietà subito dopo l’inizio del pasto.

Nel numero di marzo di Diabetes Care un gruppo di ricercatori canadesi, capitanati da Amhad Haidar, ha arruolato 28 soggetti con diabete tipo 1 portatori di microinfusore, che ha ricoverato per le rilevazioni necessarie. Il confronto è stato fatto tra insulina lispro, lispro associata a pramlintide, e insulina regolare associata a pramlinitide. I risultati di questo studio sono incoraggianti, perché indicano che la somministrazione in continuo di lispro e pramlintide migliora il controllo metabolico, rispetto a quanto succede sia con la sola lispro sia con insulina regolare e pramlintide, soprattutto agendo nel periodo diurno con una significativa riduzione della variabilità glicemica. Inoltre, l’associazione lispro-pramlintide non aumenta gli eventi ipoglicemici rispetto a quanto documentato con la sola lispro. Il passo successivo? Studi che valutino i risultati dell’associazione analogo rapido-pramlintide in soggetti ambulatoriali per poter valutare i vantaggi e gli svantaggi di questa combinazione nella vita reale.

Da: Haidar A. e coll. Diabetes Care. 2020; 43:597-606. doi: 10.2337/dc19-1922

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