Ovaio policistico: un fattore di rischio per il diabete tipo 2

Ricercatori dell’Università di Bologna hanno seguito per lungo tempo un nutrito gruppo di donne con sindrome dell’ovaio policistico e hanno potuto rilevare che la prevalenza di diabete tipo 2 – standardizzata per età – era del 39.3%, un valore molto più elevato rispetto a quello che si registra nella popolazione femminile italiana (5.8%). Inoltre, la probabilità di sviluppare il diabete aumentava significativamente con l’aumentare dell’indice di massa corporea (BMI) e della glicemia.

L’insulino resistenza, che è l’alterazione principale del diabete tipo 2, è tra le cause della sindrome dell’ovaio policistico e può predisporre allo sviluppo della malattia diabetica. La sindrome viene diagnosticata in giovane età, quando compaiono irregolarità del ciclo mestruale, magari associate a sovrappeso e a un’eccessiva quantità di peli superflui. Gli esami ormonali possono mettere in evidenza non solo elevati livelli di androgeni (ormoni sessuali maschili) e di LH (ormone luteinizzante), ma anche un aumento dell’insulina, associato a una resistenza cellulare alla sua azione, senza però che ci sia già una condizione di diabete. A una valutazione ecografica le ovaie sono policistiche, con molti piccoli follicoli sparsi sulla superficie. Questi follicoli non raggiungono mai il completo sviluppo e l’ovulazione avviene raramente.
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