Il monitoraggio continuo della glicemia si dimostra di grande aiuto nella gestione del diabete tipo 2 insulino-trattato. Ce lo segnalano i ricercatori dello Steno Diabetes Center in Copenhagen, Danimarca.
La dottoressa Lind con il suo gruppo ha arruolato 76 soggetti adulti, con un valore mediano di HbA1c 8.3% (67 mmol/mol). I partecipanti hanno seguito un corso di educazione alla gestione del diabete. In seguito, sono stati assegnati al monitoraggio continuo della glicemia [continuous glucose monitoring (CGM)] o all’automonitoraggio della glicemia [self-monitoring of blood glucose (SMBG)]. Durante tutto lo studio il riferimento per ciascun partecipante era il curante abituale.
Dopo 12 mesi, l’utilizzo del CGM ha mostrato risultati decisamente migliori. Il TIR (time in range) era aumentato rispetto al gruppo che utilizzava SMBG (mediana 15.2%). Anche l’HbA1c si era ridotta dello 0.9% (- 9.4 mmol/mol). Il fabbisogno insulinico era di -10.6 unità al giorno, Il peso corporeo aveva mostrato una riduzione di 3.3 kg. Inoltre, la qualità di vita e la sensazione di benessere e soddisfazione erano migliorati.
In conclusione, questi dati sono a favore dell’utilizzo del CGM anche nei soggetti con diabete tipo 2 insulino-trattati.
Da Nanna Lind e coll. Diabetes Care 2024; 47: 881–889 https://doi.org/10.2337/dc23-2194