Da rivedere le linee guida internazionali per lo screening della retinopatia nel diabete tipo 2

La retinopatia è una grave complicanza del diabete che può portare a compromissione della vista, fino alla cecità. Anche se la retinopatia non può essere guarita, è possibile rallentare o fermare la sua progressione; inoltre, il trattamento laser può prevenire la perdita della vista se effettuato con tempismo nella fase proliferativa della retinopatia. Attualmente le linee guida internazionali raccomandano che lo screening per la retinopatia nei soggetti con diabete tipo 2 venga effettuato una volta all’anno e ogni 3-6 mesi per quei soggetti che hanno già una diagnosi di retinopatia non proliferante.
Nel numero di agosto di Diabetes Care (volume 35; pag. 1663-1668) un gruppo di ricercatori inglesi ha dimostrato che l’attuazione di uno screening biennale nei soggetti con diabete tipo 2 senza evidenza di retinopatia non aumenta il rischio di perdita della vista. Inoltre, i costi dello screening si potrebbero ridurre del 25% circa adottando la politica dei controlli a cadenza biennale.

Questi risultati sono stati ottenuti costruendo un modello per simulare lo screening e la progressione della retinopatia nei soggetti con diabete tipo 2 in modo da riuscire a predire i tassi di perdita della vista a causa della retinopatia. Nel modello così costruito sono stati inseriti migliaia di dati ottenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per poter generare previsioni comparative a 15 anni in grado di valutare le differenze tra la politica di screening attuale e quella proposta.
In definitiva, da questo studio emerge che lo screening delle persone con diabete tipo 2, che non hanno ancora sviluppato la retinopatia, attuato ogni 2 anni, anziché annualmente, è una strategia sicura e conveniente. I risultati ottenuti dai ricercatori inglesi confermano quelli di altri studi e consigliano una revisione delle attuali linee guida internazionali per lo screening della retinopatia diabetica.
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