Il rischio di diabete in un mondo di… plastica
Si sa che l’ambiente ha un ruolo importante nell’aumento dell’incidenza di molte malattie croniche. Di questo si parla sempre di più durante i congressi di diabetologia, come è successo al XXVI Congresso della Società Italiana di Diabetologia (SID), che si è appena concluso a Rimini.
Tra gli imputati per i possibili effetti sulla salute vi sono i cosiddetti “interferenti endocrini”, che agiscono come sostanze ormonali “assunte” dall’esterno e che potrebbero essere quasi dappertutto, se pensiamo alle caratteristiche dei nostro paesaggi metropolitani. Si tratta infatti dei ftalati e del bisfenolo A, che si possono trovare in plastica, detersivi, detergenti, cosmetici, alcuni giocattoli e lattine, perfino nella carta termica degli scontrini o dei biglietti di treno e metropolitana.
Ma cosa unisce queste sostanze al diabete? Questi interferenti endocrini si possono legare ai recettori PPAR-gamma, che sono in grado di portare all’insulinoresistenza, di promuovere la lipogenesi e favorire l’accumulo di trigliceridi a livello epatico (steatosi epatica o fegato grasso), tutte condizioni che mettono a rischio di diabete.
